Omicidio di Giovanna Chinnici a Nova Milanese: Giuseppe Caputo racconta la sua esperienza drammatica, “Ci ritrovavamo a vivere un vero incubo”



Giuseppe Caputo, il 62enne accusato dell’omicidio della cognata Giovanna Chinnici a Nova Milanese, è stato recentemente interrogato dalla giudice per le indagini preliminari (gip) nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Gerardo di Monza. Il suo passato include già sanzioni per minacce rivolte ai propri familiari, evidenziando un contesto di conflitto all’interno della famiglia.

Durante l’interrogatorio, Caputo ha descritto la sua vita come “un inferno”, accusando la famiglia Chinnici di tormenti e molestie. In particolare, si è lamentato che “l’aria fredda del condizionatore” veniva diretta verso la sua abitazione, a danno della salute di sua moglie, affetta da reumatismi. La testimonianza di Caputo rivela un profondo stato di disagio che, secondo lui, avrebbe contribuito a scatenare il drammatico evento del 23 ottobre scorso, quando ha ferito gravemente la nipote e ucciso a coltellate la cognata nelle aree comuni dell’edificio in cui vivevano.



La vicenda è emersa dopo una lite per un parcheggio condominiale, un conflitto che, secondo i familiari, si protraeva da anni. La vittima, 28enne, si trovava in difficoltà mentre cercava di difendersi dall’attacco del cognato. Dopo il fermo dei carabinieri, Caputo è stato portato in carcere ma, a causa di una forte crisi, è stato successivamente trasferito nel reparto psichiatrico dell’ospedale. Qui ha mantenuto la stessa posizione già espressa dal figlio Andrea, sottolineando l’ingiustizia subita dalla famiglia.

I conflitti familiari: un contesto di tensione

Le tensioni tra le due famiglie sembrano essere originate da problemi di coabitazione e di gestione degli spazi comuni. Il figlio di Caputo ha evidenziato che la situazione era insostenibile, con l’accusa di “freddo” proveniente dai condizionatori, considerato un fattore di malessere nel loro ambiente domestico. Mio padre non voleva vederci soffrire, ha dichiarato, facendo intendere che il conflitto era sia di natura economica che di vicinato.

  • Le liti, secondo il figlio, si protraevano da circa 5-6 anni.
  • Caputo era stato precedentemente sanzionato per minacce ai danni dei familiari.
  • Un’altra denuncia è attualmente pendente in merito a situazioni simili di conflitto.

La sorella della vittima ha reagito alla difesa di Caputo, descrivendo le affermazioni come “falsità” e “assurde”. Ha contestato la possibilità che un condizionatore potesse causare il malessere dei vicini, ponendo in evidenza l’illogicità dell’argomentazione difensiva di Caputo. Questa risposta acceso il dibattito sulle dinamiche familiari che hanno portato a un esito così tragico.

Conseguenze legali e l’impatto nella comunità

Attualmente, Giuseppe Caputo si trova in custodia nel reparto psichiatrico, mentre le indagini proseguono per chiarire le circostanze precise dell’omicidio di Giovanna Chinnici. La comunità di Nova Milanese è sotto shock, colpita dalla violenza che ha segnato la storia di due famiglie. L’evento ha suscitato interrogativi sulle responsabilità sociali e legali, in un contesto dove da anni si scontravano interessi contrastanti.

In attesa dei funerali di Giovanna, previsti per i prossimi giorni, restano da chiarire gli sviluppi futuri del caso. È fondamentale che vengano indagate a fondo le ragioni che hanno portato a tale gesto estremo, affinché si possa evitare che simili tragedie possano ripetersi.



Add comment