Juventus-Lazio è una gara relativa alla seconda giornata di campionato di Serie A, che si gioca sabato 25 agosto a partire dalle ore 18. Il match viene trasmesso in diretta tv dai canali Sky Sport 1, Sky Supercalcio e Sky Calcio 1. Gli abbonati Sky possono seguire la gara anche in streaming grazie a Sky Go. La Juventus di Allegri ha iniziato nel migliore dei modi questo campionato andando a vincere per 3 a 2 contro il Chievo. La vittoria per i bianconeri è arrivata solo nei minuti di recupero grazie a una rete firmata da Bernardeschi. In gran spolvero Ronaldo anche se non ha impreziosito la gara con un gol, che siamo certi arriverà presto. La Lazio invece alla prima giornata ha perduto contro il Napoli per 2 a 1. Si tratta senz’altro di un avversario ostico che metterà a dura prova anche i bianconeri. Queste le probabili formazioni del match. JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Emre Can; Dybala, Mandzukic, Cristiano Ronaldo. LAZIO (3-5-1-1): Strakosha; Wallace, Acerbi, Radu; Basta, Parolo, Lucas Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic; Luis Alberto; Immobile.
Le urla, stavolta, sono state di Simone Inzaghi. Urla, però, non figlie di uno sfo go, come quello di Lotito regi strato da uno smartphone galeotto. Urla di incitamento, invece. Urla che promettono battaglia. Urla che il tecnico ha distribuito a volontà ieri in allena mento a Formello. Il modo migliore per mettere da parte il polverone alzato dallo sfuriata, diventata virale sulla rete, del presidente nei suoi confronti. Ma, anche, il modo migliore per proiettarsi sulla partita con la Juve allo Stadium, che più delicata non si può.
VOLTARE PAGINA 11 tecnico oggi dovrebbe chiudere il caso. L a sancire definitivamente la «pax» potrebbe essere lo stesso Lotito, annunciato a Formello. La Lazio, insomma, prova a voltare pagina dopo quelle urla che hanno aperto uno squarcio su un rapporto presidente-tecnico che non è e non sarà più lo stesso di prima. Un legame lunghissimo, che dura addirittura da quattordici anni, nel corso dei quali Inzaghi è stato prima giocatore, poi tecnico delle giovanili, quindi allenatore della prima squadra, con Lotito sempre presidente. Ebbene, chi conosce il patron sa che in un periodo così lungo è impossibile non avere con lui scontri, anche accesi, pure più accesi di quello finito sul web. Ne sa qualcosa lo stesso Igli Tare, un altro che con Lotito ha a che fare da parecchio tempo.
DISTANZA Ciò nonostante, qualcosa si è incrinato nel rapporto con Inzaghi. Dopo che per anni Simone è stato per Lotito uno di famiglia, adesso sta diventando (è già diventato) «solo» il suo allenatore. E viceversa. Dopo che per anni Lotito è stato per Inzaghi molto più che un presidente adesso è «solo» il massimo dirigente con cui confrontarsi e scontrarsi, senza sentimentalismi. Perché si eresce, perché l’asticella degli obiettivi continua a salire ed inevitabilmente le rispettive esigenze si divaricano. Il casus belli è stata la sostituzione di alcuni fisioterapisti, ma lo scontro poteva esserci (e magari ci sarà pure stato) su altre questioni. Come sempre, in questi casi, sarà il campo a ricomporre le fratture. O a farle deflagrare.
UN ANNO DOPO E pensare che, fin qui, era stato un legame idilliaco. I due si conoscono nella caldissima (per la Lazio) estate del 2004. Lotito deve salvare il club, inzaghi è uno dei primi a dargli una mano, spalmando su più stagioni il suo oneroso in gaggio. In cambio ottiene la promessa che, una volta ritiratosi, diventerà tecnico delle giovanili. Sei anni dopo Lotito la mantiene. Di più. Segue passo passo la sua carriera nelle giovanili con l’obiettivo di affidargli un giorno la prima squadra. Giorno che arriva in un’altra estate calda per la Lazio, quella del 2016. Lotito sceglie Bielsa e a Inzaghi, traghettatore dopo l’esonero di Pioli, promette la Salernitana. Simone accetta (rifiutando una panchina di Serie A, quella del Crotone) perché comprende che qualcosa potrebbe cambiare. E il colpo di scena arriva: Bielsa rinuncia, la Lazio è di Inzaghi. Da lì inizia una cavalcata che tocca l’apice dodici mesi fa quando la Lazio targata Lotito- Inzaghi strappa la Supercoppa alla Juve. Un anno dopo quel- Timmagine felice non c’è più. Il rapporto, dopo quattordici anni, è cambiato. Sarà ancora vincente?
Sono numeri da scudetto. Sold out aU’Allianz Stadium, cinquantamila tifosi stasera al San Paolo per il debutto casalingo di Ancelotti contro il «suo» Milan e 60.000 presenze domani al Meazza per vedere se Timer può veramente puntare al titolo. Dopo aver fatto da spettatrice al Mondiale l’Italia del pallone riscopre il piacere di riempire gli stadi II tutto esaurito del club bianco nero non fa notizia. La prima di CR7 nella sua nuova casa è un evento. La società bianconera avrebbe riempito un impianto con una capienza doppia. Cristiano Ronaldo è un formidabile motore per la voglia di crescita, economica e sportiva, del club della famiglia Agnelli. Ancora non lia segnato in serie A. Ma, nei suoi primi passi in bianconero, ha comunque già realizzato tanti piccoli «gol». Con le sue parole, con i suoi gesti, con la sua normalità fuori dal campo. E’ un divo senza fare niente per esserlo. Allegri, presentando la gara contro la Lazio, ha detto che CR7, strada facendo, potrà anche andare in panchina. Vedremo, intanto oggi la sua presenza non è in discussione. Ci mancherebbe. La Juve non ha ancora un progetto tattico definito ma sulla spinta dell’effetto Cristiano vuole una partenza sprint. Tanto per ricordare alla concorrenza che la Champions è la sfida dell’anno ma che vincere l’ottavo scudetto consecutivo è un obiettivo altrettanto stimolante.
Ma non si vive di solo Ronaldo. I numeri delle presenze per questo fine settimana calcistico dimostrano che anche le altre tifoserie delle grandi sono in fibrillazione. Ci stiamo riprendendo un posto in copertina nel calcio europeo. Una bella sensazione. E ora c’è da capire se qualcuno riuscirà ad arrivare davanti al campione portoghese. Nessuno si aspetti una risposta immediata. Siamo ancora nel calcio di agosto. Ingannevole. Ma un calendario birichino ha proposto nelle prime due giornate tanti scontri diretti.
Che non daranno sentenze definitive ma indicazioni preziose.
Le risposte più attese chiamano in causa Milano. Il Milan fa il suo debutto in campionato al San Paolo. Cè grande curiosità intorno ai rossoneri. A giugno erano fuori dalle Coppe e con una proprietà inesistente. Ora è tutto un altro film. C’è un progetto ambizioso, una ritrovata identità grazie a «bandiere» prestigiose quali Maldini e Leonardo e una squadra che può aspirare a un posto in Champions. Certo, il Napoli è ancora di un’altra dimensione. Ancelotti sta riuscendo nella non semplice impresa di andare oltre Sarri (Hamsik regista e Mitik titolare) portandosi però dietro il meglio delle idee del vecchio allenatore. Solo Cadetto riesce in simili imprese. Ma il Milan ha Higuain e tanto altro. Sarà curioso vedere come Donnarumma vivrà la «concorrenza» con Reina Un bel test di maturità per il giovane portiere rossonero. Alla vigilia Gattuso ha detto: «Ho voluto la bicicletta ora devo pedalare». Anche Spalletti prima del debutto in campionato delTInter aveva fatto riferimento alla bicicletta. Ed era finito con le ruote a terra. Rino riuscirà a restare in sella? Già, Tlnter. La prima rivale della Juve nelle valutazioni post-campionato d’agosto. La sconfitta contro il Sassuolo obbliga la squadra di Spalletti a un’immediata reazione. Il tecnico di Certaldo partirà con Perisic titolare e sembra orientato a confermare il modulo 4-2-3-1. La sfida contro il Torino è un esame importarne per Lautaro Marti nez che deve convincere l’allenatore nerazzurro a non rifugiarsi nel più equilibrato 4-3-3. Anche il Torino non può permettersi ulteriori passi falsi visto che ha legittime ambizioni europee. Mazzarri ha tanta ricchezza in attacco ma prima ha bisogno di trovare il giusto equilibrio di squadra. Il futuro comunque, immediato o prossimo, sarà della coppia Belotti-Zaza.
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