Il racconto di Andrea Carnevale sulla tragica fine dei suoi genitori è purtroppo attuale, considerando le recenti notizie di cronaca. La madre dell’ex calciatore fu uccisa con un’accetta dal padre, che si suicidò otto anni dopo.
La recente tragedia a Nuoro, dove un uomo di 52 anni ha ucciso la moglie e due dei tre figli, oltre a un vicino di casa, non ha ancora spiegazioni che possano chiarire cosa sia accaduto all’improvviso a una persona descritta come tranquilla e disponibile. Spesso ciò che vediamo e percepiamo è solo una parte della vita di qualcuno; solo chi vive con quella persona conosce l’intera verità. Le parole di Carnevale sono chiare: nella sua famiglia c’erano segnali, ma non sono stati notati dalle forze dell’ordine.
Andrea Carnevale ricorda l’omicidio di sua madre, testimoniando che il padre la picchiava davanti ai figli.
“I segnali c’erano tutti – ricorda adesso il 63enne ex attaccante della nazionale, oggi capo osservatore dell’Udinese – perché mio padre, tornato a casa dopo un anno di lavoro in Germania come operaio, ha cominciato a comportarsi in modo strano e a picchiare nostra madre davanti a noi, anche mentre cenavamo. Poteva farlo in qualsiasi momento. Sono andato dai carabinieri più volte, ma mi dicevano che se non vedevano il sangue non potevano intervenire. A casa c’era sempre un clima di terrore, perché da un momento all’altro diventava violento, soprattutto verso mia madre, che subiva questi scatti d’ira. Per anni ha preso schiaffi e botte davanti a noi.”
Andrea Carnevale oggi lavora come capo osservatore nell’Udinese.
“Era un paese piccolo, c’era vergogna e paura che mio padre venisse a sapere di tutto. Si teneva tutto nascosto. Mia madre era una donna per bene, ma mio padre sospettava che lo tradisse, una pazzia che accade anche oggi. Eppure il maresciallo disse che finché non vedeva il sangue non poteva intervenire.”
Poi accadde una mattina, era il 25 settembre del 1975, Carnevale aveva 14 anni e mezzo. In quel giorno, il padre Gaetano, ferroviere, perse il controllo e uccise con un’accetta la madre Filomena, che era anche la madre di altri sei figli oltre ad Andrea. L’omicida fu internato in un manicomio criminale e si suicidò nel 1983, una volta tornato a casa.
“Una mattina mio padre si svegliò, prese l’accetta e andò a uccidere mia madre mentre stava lavando i panni al fiume vicino casa – racconta Carnevale a La Stampa – Una delle mie sorelle era presente, io stavo giocando a pallone lì vicino. Ho raccolto il cervello di mia madre nel fiume e l’ho portato al maresciallo: ‘Hai visto che è successo?’, ho detto. ‘Quante volte sono venuto qui, adesso vedi il sangue’. Oggi però non ho rancore per nessuno: mio padre era un uomo malato che non è stato curato.”
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