Smettete di fare i saputelli. Se me ne vado io, dove pensate di andare? La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è davvero incazzata e delusa per le chat con i suoi parlamentari e dirigenti che sono finite sui giornali, tanto da minacciare di dimettersi. Se non si fida nemmeno dei suoi, e nemmeno degli alleati, che senso ha rimanere a Palazzo Chigi? Il suo vice Guido Crosetto dice che vuole fare chiarezza e trovare le ‘talpe’ che hanno diffuso quelle conversazioni che dovevano restare nel partito, e che avevano anche appunti imbarazzanti per Matteo Salvini sullo stato dei treni in Italia.
Crosetto annuncia che farà una denuncia per scovare le ‘talpe’
Crosetto, come riportato dal Fatto Quotidiano, ha detto di voler fare una denuncia alla magistratura per “violazione del segreto di corrispondenza” dopo che sono trapelate le chat, dove Meloni si lamentava della fuga di notizie e dei messaggi che avrebbero dovuto restare privati. “Io alla fine me ne andrò per questo. Perché fare questa vita per far eleggere questa gente, anche no”, è stata la sfuriata di Meloni, diventata poi di pubblico dominio, sulle pagine del Fatto Quotidiano. E ha aggiunto: “L’infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi. È davvero molto scoraggiante”. Sullo stesso giornale, sono finiti alcuni passaggi delle chat incriminate, dove il ministro Crosetto annunciava la denuncia, e altri membri del governo e parlamentari si dicevano d’accordo.
Perché l’elezione del giudice della Consulta è fondamentale per Meloni
I vertici di Fdi avevano chiesto a tutti i parlamentari di partire in anticipo per essere sicuri di arrivare puntuali all’elezione del giudice della Corte Costituzionale, fissata per domani alle 12:30. Anche gli eletti di Lega e Forza Italia hanno ricevuto un richiamo simile. Il voto di domani servirà a sostituire Silvana Sciarra, il cui mandato è scaduto a novembre 2023: Meloni vorrebbe far eleggere Francesco Saverio Marini, il suo consigliere legale, lo stesso che ha preparato il ddl sul premierato, e per questo considerato inadeguato dalle opposizioni, che parlano di conflitto di interessi, visto che l’autore della riforma dovrebbe poi giudicarla.
Ma per portare Marini alla Consulta servono i tre quinti dell’emiciclo, cioè 363 voti. Da qui la necessità di poter contare su tutti i parlamentari della maggioranza, così da essere sicuri di raggiungere il quorum in Aula. Comunque, il governo ha intenzione di chiudere domani, come ha confermato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “C’è la possibilità e volontà di arrivarci, finalmente dopo tanto tempo, il Parlamento si è riunito troppe volte a vuoto per mancanza di un’intesa”.
Chi è la talpa dentro Fdi?
Oggi il presidente del Senato La Russa ha detto di non preoccuparsi per i ‘traditori’ dentro Fdi: “Ma ci mancherebbe, se io mi preoccupo per una talpa, non mi preoccupo per i leoni, figurati per le talpe”, ha risposto a un evento a Milano, quando gli hanno chiesto se fosse preoccupato dalle talpe nelle chat. Ma il nervosismo tra i grandi del partito si sente per quanto successo nei giorni scorsi e valutano anche misure drastiche, come silenziare le chat di servizio e richiamare i parlamentari tramite comunicati stampa.
“Se non puoi fidarti di messaggi senza importanza come quello sulla Consulta, figuriamoci se posti cose più importanti, cosa succede”, ha detto il capogruppo alla Camera Foti.
Ma chi è la talpa rimane un mistero, anche perché il messaggio sul voto della Consulta è stato inviato a ben 184 persone tra deputati e senatori. Si ipotizza che non sia un membro di Fdi, ma un collaboratore che ha passato gli screenshot delle chat per ingrassarsi con qualche giornalista. Una teoria che sembra convincere anche Meloni, che nella chat apparsa sul giornale sabato scriveva: “C’è gente che per una citazione sui giornali si venderebbe la madre”.
Ma i sospetti cadono anche su “qualcuno che fa il doppio gioco e che non è più nel partito”, magari qualcuno che ha lasciato i meloniani, restando nella vecchia chat, dicono fonti di Fdi, magari qualcuno di Forza Italia. Insomma, c’è chi attribuisce il colpo basso a Forza Italia e alla famiglia Berlusconi. Tradotto: i mandanti sarebbero Marina e Pier Silvio, per prepararci alla possibile discesa in campo del secondo, prevista per la prossima primavera, secondo un retroscena del Corriere della Sera.
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