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Chi sono gli aggressori di Gisele Pelicot in Francia: dal paramedico al pilota, e il giornalista



La triste vicenda di Gisele Pelicot, diventata l’emblema di una drammatica violenza di gruppo, ha portato alla luce nomi e volti di uomini accusati di abusi in Francia.



Recentemente, i nomi delle 50 persone accusate di aver violentato Gisele Pelicot, una donna di 71 anni, sono stati resi pubblici. Le violenze hanno avuto luogo mentre la donna si trovava in stato incosciente a causa delle sostanze stupefacenti somministratele dal marito, Dominique Pelicot. Il suo caso ha sollevato un’ondata di rabbia e indignazione in Francia, costringendo le autorità a un’indagine approfondita.

Fra gli accusati si trovano diversi professionisti e individui di varia estrazione sociale, come un paramedico, un agente penitenziario, un militare, un giornalista, un pilota, un bracciante agricolo, e un imprenditore locale. Questa diversità di profili ha contribuito a creare un quadro inquietante, facendo emergere quesiti sull’etica e sull’umanità di coloro che hanno approfittato della vulnerabilità della vittima.

Fino a che il marito di Gisele non è stato denunciato per molestie da una terza donna in un supermercato, le gravissime violenze subite da Gisele erano rimaste sotto silenzio. Questa denuncia ha aperto un vero e proprio vassoio di Pandora, portando alla luce un sistema di sfruttamento sistematico del quale Gisele era ignara. Il marito, infatti, drogava regolarmente la moglie per consentire a uomini contattati online di entrare nella loro casa e abusare di lei.

Il processo ha avuto inizio e, fino ad ora, sono emersi solamente i nomi di nove uomini, fra cui figurano Hugues Malago (39 anni), un pilota, e Andy Rodriguez (37 anni), bracciante. Altri accusati sono Mathieu Dartus (53), Jacques Cubeau e Lionel Rodriguez (44), come anche il pittore e decoratore Husamettin Dogan (43) e il paramedico Redouan El Farihu, oltre al giornalista Nicolas François. Tutti questi individui hanno concordato con Dominique Pelicot per abusare della donna, spesso sottolineando di essere stati attratti dalle sue perverse fantasie di violenza e umiliazione.

Dominique Pelicot è accusato non solo di aver coinvolto questi uomini, ma anche di aver filmato gli atti di abuso. I video raccapriccianti, che compredevano un totale di 20.000 clip, sono stati scoperti nel novembre 2020, portando allarresto dell’uomo e al suo successivo processo. Recentemente, Pelicot ha ammesso la sua colpa e, con una sorprendente mancanza di rimorso, ha attribuito la responsabilità agli altri uomini, dichiarando: “In questa stanza abbiamo tutti cospirato volontariamente contro Gisele.”

L’eccezionalità della diffusione dei nomi degli accusati è senza precedenti nel sistema giudiziario francese, noto per tutelare l’anonimato delle vittime di violenza. Tuttavia, il coraggio di Gisele nel rinunciare alla propria privacy ha portato a questa decisione. Pelicot aveva dato soprannomi a molti degli uomini coinvolti, facilitando così il lavoro degli inquirenti nel rintracciare i responsabili. Per esempio, il file relativo a Hugues Malago era denominato “Biker”, essendo lui un appassionato motociclista che aveva incontrato Gisele su un sito di scambio.

Malago ha spiegato di aver cercato nuove esperienze sessuali dopo un incidente motociclistico avvenuto nel 2012. Intanto, Andy Rodriguez, il cui file era intitolato “Micha”, ha una relazione pregressa con Gisele, avendola incontrata in un bar nel 2018. Ha confessato di aver abusato di lei solo per passare il tempo durante la notte di Capodanno.

Altri imputati, come Mathieu Dartus, si sono difesi sostenendo di non ricordare gli eventi a causa dell’uso di ecstasy durante le visite a casa di Gisele. Lionel Rodriguez ha mostrato una delle poche attitudini di rimorso, esprimendo il suo desiderio di chiedere scusa alla vittima, riconoscendo l’orrore delle azioni di cui si è reso complice.

La vicenda di Gisele Pelicot sta emergendo come una delle più inquietanti cronache di abuso di potere e vulnerabilità. Mentre il processo continua, l’attenzione rimane alta su un tema drammaticamente attuale, sollecitando un riesame delle norme sociali riguardanti il consenso e la protezione delle vittime di violenza.



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