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Orrore in Guinea: scimmia ruba un bambino alla madre, lo porta nel bosco e lo uccide



Un’eco inquietante risuona fra gli alberi ancestrali della Guinea, dove un espediente tragico si è trasformato in un incubo per una comunità. La scorsa settimana, in un remoto angolo della regione, un scimpanzé ha compiuto un gesto di violenza inaudita, sottraendo un neonato dalle braccia di sua madre, trascinandolo nel fitto della giungla. Questo drammatico avvenimento è accaduto nei pressi della riserva naturale dei Monti Nimba, un patrimonio dell’umanità UNESCO, richiamando l’attenzione non solo della popolazione locale, ma di tutto il mondo.



“Era come se il tempo si fosse fermato,” racconta Seny Zogba, la madre distrutta dal dolore. Immaginate la scena: una tranquilla giornata di lavoro nel campo di manioca, il profumo della terra umida mescolato ai suoni della giungla, quando un scimpanzé, spinto dalla fame o dalla disperazione, emerge dall’ombra e si avventa sulla donna, morsa e strappo che squarcia il velo di normalità.

In seguito alla scoperta del corpicino mutilato a tre chilometri dalla riserva, la comunità ha esploso in una rabbia irrefrenabile. Venerdì, un gruppo di uomini e donne inferociti ha distrutto un centro di ricerca sui primati, un atto di vendetta che ha inflitto un colpo durissimo agli studiosi dedicati alla salvaguardia di queste creature. “Droni danzanti nel cielo, strumenti scientifici ridotti a rottami,” descrive chi ha visto l’ira della folla, un assalto che ha lasciato solo macerie e oltre 200 documenti scientifici inceneriti.

L’eco della violenza echeggia nei pensieri dell’ecologista guineano Alidjiou Sylla, che avverte: “La fame porta la bestia nella luce.” Egli argomenta che la diminuzione delle risorse alimentari nella riserva costringe gli scimpanzé a cercare cibo al di fuori dei confini protetti. Quest’anno, il centro di ricerca ha documentato “sei attacchi di scimpanzé” agli umani, alludendo a un quadro preoccupante di interazioni sempre più pericolose.

Un Richiamo alla Conservazione

Alla luce di questi eventi drammatici, l’Unione internazionale per la conservazione della natura lancia un grido d’allerta. Le foreste della Guinea, insieme a quelle della Liberia e della Sierra Leone, formano l’ultimo rifugio dei scimpanzé occidentali, una specie in grave pericolo di estinzione. Il loro numero è calato drasticamente, scendendo dell’80% dal 1990 al 2014, lasciando solo sette esemplari nella foresta di Bossou, in Guinea.

Infine, mentre l’eco della tragedia rimbalza nel cuore delle foreste e tra le case dei contadini, rimane una domanda inquietante: quale futuro attende questi animali e le loro comunità? La loro esistenza si fa sempre più precaria, intrappolata tra il desiderio di sopravvivere e i rischi del confronto con un’umanità arrabbiata e vulnerabile. La speranza è che la consapevolezza sulle sfide della conservazione possa fare emergere iniziative concrete, unendo le forze di scienziati e abitanti locali in un’armonica coesistenza.



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