Tragico destino di Martina, uccisa dal padre: “Il mio amore più grande” era dedicato a lui nella sua tesi



Martina, una giovane di 25 anni, ha dedicato la sua tesi al genitore che, tragicamente, le ha tolto la vita. In un’incredibile e agghiacciante sequenza di eventi, è stata uccisa a Nuoro insieme alla madre Giusi M., di 43 anni, dal suo stesso padre, Roberto G., di 52 anni, il quale ha poi compiuto l’insano gesto del suicidio. La violenza ha colpito anche i due fratelli della giovane, un vicino di casa e l’anziana madre dell’assassino.



La dedica di Martina nella sua tesi, “A mio padre, l’amore più grande della mia vita”, risuona ora come una tragica ironia, rivelando un legame profondo che è culminato in un catastrofico evento. La ragazza si era laureata due anni fa con entusiasmo all’Università di Sassari e aveva condiviso con orgoglio una foto della prima pagina della sua tesi sui social, dove spiccavano i tributi ai suoi genitori. Accanto alla dedica per il padre, aveva incluso anche una nota per la madre: “A mia madre, che ha creduto in me prima che io credessi in me stessa”.

In questa drammatica vicenda non si registrano solo le vite spezzate di Martina e Giusi, ma anche la sofferenza di quattro feriti: i due figli della coppia, di 10 e 14 anni (con il maggiore in condizioni critiche), l’anziana madre di Roberto e un vicino, colpito nella sciagurata escalation di violenza.

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, in una serie di atti di violenza frenetica, Roberto ha iniziato ad attaccare prima la moglie, Giuseppina M., e successivamente sua figlia Martina, i due minori e un vicino incontrato per caso sul pianerottolo. Dopo questi attacchi, l’uomo si sarebbe recato nell’abitazione della madre di 83 anni, dove ha aggredito anche lei, colpendola con la stessa arma prima di togliersi la vita.

Roberto, descritto come un operaio forestale e un attivista sindacale della Fai Cisl, era un incensurato grande appassionato di armi da fuoco. La pistola calibro 7.65 utilizzata per commettere il delitto era detenuta regolarmente. Non risultano, fino ad ora, segnalazioni ufficiali o denunce riguardanti episodi di violenza domestica contro di lui, come hanno confermato le forze dell’ordine. Sembra che la coppia avesse intrapreso un percorso di separazione, ma i dettagli su come sia potuto esplodere un conflitto così violento rimangono da chiarire.

La strage, che ha sconvolto non solo la famiglia ma l’intera comunità di Nuoro, ha lasciato un clima di shock e incredulità tra le persone che conoscevano la famiglia, ora in lutto per una perdita così devastante. Gli investigatori continuano a scavare nel passato del 52enne per comprendere il motore di un atto così terribile, mentre i ricordi di Martina e del suo amore per la famiglia continuano a vivere nel dolore dei sopravvissuti.



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