Torino, omicidio dell’ex moglie in strada, tenta la fuga ma il figlio 13enne lo ferma e fa arrestare



Un uomo di 48 anni è stato arrestato dopo aver accoltellato la sua ex moglie, una donna di 34 anni, in piena notte nel quartiere Barriera di Milano a Torino. La vittima, purtroppo, ha subito ferite mortali al torace dopo aver ricevuto i colpi dal suo ex partner, già soggetto a un provvedimento di divieto di avvicinamento. Trasportata d’urgenza all’ospedale San Giovanni Bosco della Croce Verde di Villastellone, la donna è deceduta poche ore dopo il suo arrivo in pronto soccorso.



Il presunto killer ha tentato una rapida fuga, ma è stato prontamente fermato dai carabinieri del nucleo radiomobile. A inseguirlo, con grande coraggio, è stato il figlio di 13 anni della vittima. Quest’ultimo, nonostante la sua giovane età, ha mostrato un’indomita determinazione nel cercare di fermare il padre per impedirgli di scappare dal luogo del delitto.

Le circostanze del delitto sono drammatiche: secondo quanto riferito, la donna sarebbe stata colpita mentre i due figli, una ragazza adolescente e il 13enne, assistevano impotenti alla scena. La sorella maggiore ha tentato di chiedere aiuto a vicini conoscenti, mentre il ragazzo ha fatto del suo meglio per inseguire il genitore e portare l’attenzione delle forze dell’ordine sul tragico evento in corso. I due adolescenti sono stati i primi a dare l’allerta, con i carabinieri che, già sulle tracce del 48enne, sono riusciti a intercettarlo a qualche centinaio di metri dalla residenza della madre.

Il marito della vittima è stato poi trasferito presso il carcere Lorusso e Cutugno di Torino, dove è in attesa di giudizio. Gli inquirenti stanno seguendo da vicino il caso, che offre un triste spaccato sulla crescente violenza domestica, problema di rilevanza sociale sempre più allarmante. La donna, oppressa da un contesto di violenza e minacce, rappresentava purtroppo un esempio di come il ciclo della violenza domestic possa culminare in tragedie irrimediabili, coinvolgendo innocenti come i figli. La comunità è scossa e molte associazioni iniziano a far sentire la loro voce per chiedere una maggiore protezione delle vittime e interventi più incisivi.



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