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Condannato all’ergastolo in Egitto un italiano di 31 anni: possesso di marijuana



Giacomo Passeri, italiano arrestato al Cairo per traffico di stupefacenti, è stato condannato all’ergastolo. Scopri dettagli e reazioni alla sentenza.



Giacomo Passeri, un cittadino italiano di 31 anni, è stato recentemente condannato in Egitto all’ergastolo per detenzione e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La sentenza è arrivata dopo un lungo periodo di detenzione, iniziato un anno fa, quando Passeri è stato arrestato al Cairo.

Passeri, originario della Sierra Leone, ha trascorso gran parte della sua vita in Italia, in particolare a Pescara, e successivamente si è trasferito a Londra. Il processo che lo coinvolge si è svolto il 19 agosto, mentre l’arresto è avvenuto il 23 agosto 2023. Al momento dell’arresto, secondo gli agenti di polizia, il giovane sarebbe stato in possesso di una quantità considerevole di marijuana, anche se Passeri sostiene di avere avuto con sé solo una modica quantità.

Dopo la condanna, i fratelli di Giacomo, Andrea e Antonio Passeri, hanno espresso il loro stupore e disgusto per l’esito della sentenza. Hanno riportato alcuni passaggi delle lettere inviate dal fratello, in cui descrive atrocità subite in carcere, incluso il presunto uso di tortura. Passeri ha parlato di essere rinchiuso in una cella sovraffollata e insanitaria, su cui gravava la presenza di feci, urine e scarafaggi, e ha raccontato come le manette fossero talmente strette da interrompere la circolazione del sangue alle dita. Inoltre, ha dichiarato di essere stato operato d’urgenza per appendicite e poi abbandonato senza cure.

Le reazioni della Farnesina e del governo

La vicenda di Giacomo Passeri è seguita con attenzione anche dalla Farnesina e dall’Ambasciata italiana al Cairo. Entrambi gli enti avevano sperato in una sentenza più favorevole, consapevoli che in Egitto i crimini legati alle droghe sono puniti con severità estrema. Tuttavia, gli inquirenti egiziani sostengono che Passeri fosse coinvolto in un importante traffico di sostanze stupefacenti e che la quantità di droga in suo possesso fosse di gran lunga superiore a quella da lui dichiarata.

Attualmente, ci sono speranze che in un eventuale appello, Passeri possa dimostrare la sua innocenza e ottenere una pena ridotta. Nel frattempo, la questione ha sollevato preoccupazioni anche nel campo politico. Marco Grimaldi, deputato di Avs, e Daniele Licheri, segretario abruzzese di Sinistra Italiana, hanno espresso il loro sgomento riguardo alla sentenza. “Siamo indignati e preoccupati dopo l’esito della condanna di Passeri”, hanno affermato, facendo riferimento a casi precedenti che mostrano le difficili condizioni di detenuti italiani all’estero, come Giulio Regeni e Patrick Zaki.

Considerazioni finali

La condanna di Giacomo Passeri al Cairo riapre un dibattito importante sulle condizioni carcerarie, il trattamento dei detenuti e le relazioni tra Italia ed Egitto. L’attenzione su questo caso potrebbe spingere il governo italiano ad adottare misure più ferme per tutela dei propri cittadini all’estero, evidenziando l’urgenza di un intervento diplomatico più incisivo. La vicenda di Passeri è un richiamo alla sofferenza di molti detenuti in situazioni analoghe e alla necessità di proteggere i diritti umani ovunque, specialmente in contesti giuridici complessi e difficili come quello egiziano.



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