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Leonie Beck racconta il suo calvario dopo la gara nella Senna: “Vomito e diarrea ininterrotti”



Le olimpioniche in difficoltà a causa delle acque inquinate della Senna hanno sollevato preoccupazioni sulla salute degli atleti, portando a critiche intense e testimonianze scioccanti.



Le Olimpiadi di Parigi stanno lasciando il segno non solo per le prestazioni sportive, ma anche per le contestazioni riguardanti le condizioni dell’acqua nel fiume Senna. A 48 ore dalla sua partecipazione alla gara di nuoto di 10 chilometri femminile, la nuotatrice tedesca Leonie Beck ha condiviso la sua terribile esperienza attraverso un post sui social media, evidenziando problemi di salute gravi dopo aver gareggiato nelle acque del fiume parigino.

Ho vomitato nove volte e nei giorni scorsi ho anche sofferto di diarrea”, ha dichiarato la Beck, denunciando non solo il suo stato di salute, ma anche la decisione degli organizzatori di permettere agli atleti di competere nonostante le evidenti preoccupazioni riguardo la qualità dell’acqua. Le sue parole non trasmettono solo l’angoscia di una competizione andata male, ma anche lo scetticismo nei confronti di chi ha garantito la sicurezza delle acque.

Testimonianze dei concorrenti: Beck e Taddeucci confermano la difficoltà di nuotare nella Senna

La Beck, tre volte campionessa mondiale in acque libere, non è stata l’unica ad affrontare problematiche simili. Anche l’italiana Ginevra Taddeucci, che ha conquistato la medaglia di bronzo nella stessa gara, ha rivelato di avere subito trattamenti speciali prima e dopo il suo impegno. Questi includevano una sorta di vaccinazione per cercare di prevenire eventuali infezioni, anche se i dubbi sulla sicurezza del nuoto nella Senna continuano a persistere.

La competizione si è svolta in condizioni terribili”, ha confermato Beck, che ha spiegato come le atlete fossero costrette a nuotare vicino alle mura per evitare le forti correnti. Questa scelta ha comportato graffi e lesioni a causa dei rovi presenti. “Non ho mai sperimentato una corrente così intensa. A volte mi sembra di lottare per la vita, piuttosto che competere in uno sport”, ha aggiunto.

Il racconto agghiacciante di altre atlete

Le testimonianze di altri atleti non sono state da meno. La collega di Beck, Mertens, ha descritto momenti di grande paura, affermando: “A volte, mi sentivo davvero male. Rischiavo di vomitare ogni volta che cercavo di nuotare.” Questa situazione ha evidenziato quanto possa essere problematico nuotare in condizioni avverse.

Il clamore riguardo le problematiche legate alla Senna si fa sentire forte e chiaro, e i racconti di vomito, nausea e diarrea si stanno diffondendo tra gli atleti. Anche Mislawchuck ha rivelato di aver sperimentato sintomi simili, e alcuni atleti hanno scelto di rimanere in silenzio per non aggiungere ulteriore disgusto alla situazione.

A sottolineare la gravità della situazione ci sono anche le parole di un’icona del nuoto come Gregorio Paltrinieri, che ha descritto la sua esperienza come traumatica. “Non riuscivo nemmeno a vedere la mia mano sott’acqua; era come nuotare in una pozza segreta di immondizia”, ha dichiarato.

Una situazione allarmante da affrontare

In sintesi, le Olimpiadi di Parigi si sono trasformate in un evento che non solo promuove l’eccellenza sportiva, ma è anche teatro di polemica riguardante la salute e la sicurezza degli atleti. Le testimonianze di Leonie Beck e di altri nuotatori mettono in luce un problema serio che dovrà essere affrontato con urgenza. Con molte atlete già colpite dalla situazione, il timore è che i casi di malessere possano aumentare man mano che il torneo si svolge. La comunità sportiva richiede risposte e misure concrete per garantire che tali incidenti non si ripetano in futuro.

Le parole di Leonie Beck e le sue esperienze drammatiche rimarranno nella memoria collettiva come un monito per futuri eventi sportivi, suggerendo la necessità di un monitoraggio rigido della qualità dell’acqua in cui gareggiano gli atleti.



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