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Terremoto L’Aquila, il padre di Nicola Bianchi morto nel terremoto: “Per i magistrati è sua responsabilità, decisione inumana”



La sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila ha suscitato indignazione e sconcerto tra i familiari delle vittime del terremoto che ha colpito la città abruzzese circa 15 anni fa. In particolare, i giudici hanno negato il risarcimento ai parenti di sette studenti che persero la vita nel crollo delle loro abitazioni, ritenendoli responsabili di una condotta incauta.



Secondo la sentenza, i sette ragazzi sono rimasti a casa quella notte del terremoto, nonostante fossero stati rassicurati dalla Commissione Grandi Rischi sulla assenza di pericoli. Questa scelta è stata giudicata dai giudici come una condotta incauta, per la quale i familiari sono stati condannati anche al pagamento delle spese legali.

La Denuncia del Padre di una Vittima

Sergio Bianchi, padre di Nicola, una delle vittime del sisma, ha definito questa sentenza come “disumana”, affermando che non è possibile dare la colpa a sette ragazzi che sono morti tra le macerie. Bianchi ha inoltre denunciato la Commissione Grandi Rischi, sostenendo che furono loro a rassicurare i giovani sulla sicurezza delle loro abitazioni.

Nei due gradi di giudizio, non è stato riconosciuto il nesso causale tra i messaggi rassicuranti della Commissione Grandi Rischi e il comportamento delle vittime. In altre parole, secondo i giudici, il rientrare in casa quella notte è stata una scelta personale dei ragazzi, per la quale i familiari non possono essere risarciti.

Sergio Bianchi ha annunciato che farà ricorso in Cassazione, affermando di non credere più nella giustizia italiana. Nonostante la delusione, il padre della vittima ha dichiarato di non voler smettere di lottare per ottenere giustizia per suo figlio e gli altri ragazzi morti nel terremoto.

La sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila ha suscitato una forte reazione tra i familiari delle vittime del terremoto, che si sentono ingiustamente condannati per la morte dei loro cari. Questa vicenda solleva interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni e sulla giustizia in Italia, in un caso così delicato e doloroso. La determinazione di Sergio Bianchi e degli altri parenti a non arrendersi e a continuare la loro battaglia legale è un segnale della loro volontà di ottenere finalmente giustizia per le vite tragicamente spezzate dal sisma.



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