Controcopertina

Chiara Ferragni affitta lo spazio di Milano per pagare 1,2 milioni di euro



Recentemente, è stata resa pubblica la notizia che Chiara Ferragni e le sue società dovranno versare 1,2 milioni di euro all’organizzazione “I Bambini delle Fate”, a seguito di un accordo con l’Antitrust. Questo contributo, definito come “volontario” dalla stessa Ferragni tramite un video sui social, ha chiuso una questione che aveva innescato numerosi problemi per il suo “impero”.



Le recenti voci sull’ipotetica chiusura del negozio di Milano e degli uffici in via Turati hanno trovato conferma grazie alle dichiarazioni di Gabriele Parpiglia. Suo post sui social ha rivelato che parte degli uffici di Turati, circa 550 mq, sono stati messi in affitto. Gli spazi, recentemente ristrutturati e con parquet galleggiante, sono dotati di due posti auto. Il costo annuale dell’affitto, pari a 495 mila euro, è un’importante spesa che l’azienda di Ferragni deve ridurre per far fronte al pagamento del contributo di 1,2 milioni di euro stabilito nell’accordo con l’Antitrust.

“I primi licenziamenti di rilievo”

Parpiglia ha pubblicato una foto che mostra una delle stanze degli uffici di Chiara Ferragni Collection. Nel suo post, ha sottolineato che alcuni spazi sono stati affittati mentre altri sono stati chiusi. Inoltre, ha riferito dei primi licenziamenti eccellenti, come quello della direttrice della comunicazione. Secondo il giornalista, per i dipendenti licenziati sarà difficile trovare una nuova occupazione, nonostante l’importante esperienza maturata all’interno dell’azienda di Ferragni.

Lo scorso anno, il marchio Ferragni era vicino alla quotazione in borsa, ma eventi successivi, in particolare quelli verificatisi nel dicembre 2023, hanno drasticamente cambiato il panorama. Il declino delle vendite dei prodotti CF Collection ha messo in discussione la stabilità del brand, costringendo l’azienda a prendere misure drastiche come il ridimensionamento e la chiusura di uffici.

La crisi di vendite ha colpito duramente il marchio, spingendo l’azienda a rivedere i propri piani e ridurre i costi operativi. Questa situazione riflette la difficile realtà che molte aziende del settore del lusso stanno affrontando in un contesto economico sempre più complesso e competitivo.



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