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Thomas Luciani assassinato a Pescara, la nonna: «Non era un grande amante delle regole, ma non era un delinquente»



Nella serena campagna di Villa San Giovanni, una frazione di Rosciano non lontana da Pescara, regna un’atmosfera surreale accentuata dal dolore di una nonna che ha visto il nipote, Cristopher Thomas Luciani, cercare di reinventarsi lontano dalla spirale della droga. L’ultima volta che lo ha visto è stata a maggio, in una comunità per minori a Isernia. “Ho fatto tutto il possibile per dargli una buona vita; è venuto a vivere con me all’età di tre anni. Sua madre, purtroppo, ha preso altre strade. Di recente, si era iscritto a un corso per acconciatori, ma come molti giovani, cambiava spesso idea,” racconta la nonna Olga.



La tragica fine del ragazzo, avvenuta su un prato, ha lasciato la famiglia sconvolta e incredula. Olga, assistita dal fratello Sergio, zio di Thomas, esprime un misto di dolore e rabbia verso coloro che hanno causato la morte del nipote: “Erano forse bravi ragazzi a casa dei loro genitori, ma si sono trasformati in mostri all’esterno. Il carabiniere avrebbe dovuto vigilare meglio su suo figlio.”

La comunità locale e le famiglie degli accusati sono sotto shock, con un sentimento unanime che giustizia sia fatta senza sconti. La vita di Thomas ha preso una piega tragica dopo l’incontro con cattive compagnie alla scuola professionale di Pescara. “Fino ai 14 anni, era tutto a posto, poi tutto è cambiato,” continua Olga, visibilmente provata.

Ricordando Thomas, Olga lo descrive come un ragazzo d’oro, esile e piccolo, pieno dei tipici sogni e grilli giovanili, insistendo sul fatto che nonostante le sfide, non era un drogato. La possibilità di un addio durante i funerali è un pensiero troppo doloroso per la madre di Thomas, che ha scelto di non vedere suo figlio in una bara.

L’anno scorso, la famiglia ha vissuto momenti di ansia quando Thomas è misteriosamente fuggito di casa, solo per essere fortunatamente ritrovato poco dopo. “Quel lieto fine ci ha permesso di riabbracciarlo. Eravamo felici,” ricorda la nonna con un filo di voce.

In questo difficile momento, la nonna e la famiglia di Thomas cercano conforto nella speranza che la giustizia prevalga e che eventi così tragici non si ripetano mai più. Nel frattempo, la comunità di Villa San Giovanni rimane unita nel dolore, riflettendo su come un giovane con così tanto potenziale possa essere stato strappato così crudelmente alla vita.



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