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“Sei il lacchè dei padroni! Vattene!” Protesta a Latina: CGIL contestati come si deve alla manifestazione contro il caporalato



In un recente raduno a Latina, organizzato dalla comunità indiana in memoria di Satnam Singh, un bracciante tragicamente deceduto dopo essere stato abbandonato fuori dalla sua abitazione in seguito a un incidente sul lavoro, si sono verificate evidenti frizioni. Durante l’evento, destinato a onorare la memoria del lavoratore e a richiamare attenzione sulle condizioni lavorative degli immigrati, le tensioni sono salite tra i partecipanti.



L’Unione Sindacale di Base (USB), insieme a gruppi come Potere al Popolo, Cambiare Rotta e OSA, ha deciso di abbandonare la manifestazione. Il motivo del dissenso è nato dalle dichiarazioni fatte dai segretari dei sindacati CISL e UIL, che sono state percepite come inaccettabili dai membri di USB. Secondo Guido Lutrario, membro del direttivo nazionale dell’USB, le parole pronunciate hanno rappresentato un punto di rottura insostenibile.

Lutrario ha esplicitato il motivo della loro partenza: “Siamo intervenuti in risposta all’appello della comunità indiana che ha esteso l’invito a tutti. Tuttavia, le affermazioni dei segretari di CISL e UIL, notoriamente vicini alle posizioni delle organizzazioni datoriali, sono state inascoltabili per noi”. Uno dei commenti che ha particolarmente irritato i presenti è stato l’invito rivolto ai lavoratori indiani di imparare l’italiano. Lutrario ha aggiunto: “È necessario educare i nostri politici al rispetto di regole che garantiscono diritti universali, piuttosto che impartire lezioni di lingua. Ciò che un sindacato dovrebbe realmente richiedere è il rispetto per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine”.

Il distacco tra le fazioni sindacali presenti alla manifestazione mette in luce la complessità delle questioni legate ai diritti dei lavoratori immigrati in Italia e la difficoltà di mantenere un fronte unito in presenza di opinioni divergenti su come affrontare tali problemi. La reazione di USB sottolinea una forte avversione verso quello che percepiscono come un atteggiamento di complicità tra alcuni sindacati tradizionali e le forze imprenditoriali, una posizione che ritengono minare l’efficacia della lotta per i diritti dei lavoratori più vulnerabili.



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