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“Io e il mio camerata votiamo a favore”, la frase shock del capogruppo Mariotti (FdI) a Verona



Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Verona, Massimo Mariotti, ha concluso la seduta di ieri sera con una dichiarazione controversa: “Io e il mio camerata votiamo a favore”. Già nel 2009, Mariotti si era fatto notare per un’email in cui richiedeva un dress code specifico: “È gradita la camicia nera”.



Massimo Mariotti, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Verona, ha chiuso il suo intervento con la frase: “Io e il mio camerata votiamo a favore”. Questa espressione ha suscitato scalpore, soprattutto considerando il passato controverso di Mariotti. Il consigliere, noto esponente della destra missina veronese, ha iniziato la sua carriera politica nel 1990, passando poi per Alleanza Nazionale e infine approdando a Fratelli d’Italia.

L’episodio è avvenuto il 20 giugno, durante una seduta consiliare in cui Mariotti ha preso la parola per un rapido intervento, citando la partita Spagna-Italia degli Europei di calcio come motivo per essere breve. Al termine del suo discorso, ha pronunciato la frase incriminata, ricevendo un cenno d’intesa e un sorriso da parte del collega Leonardo Ferrari, anch’egli consigliere di Fratelli d’Italia.

Le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi-Sinistra, ha dichiarato: “La frase pronunciata dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Verona è assolutamente inaccettabile e va condannata con la massima fermezza”. Bonelli ha aggiunto che riferirsi al collega come ‘camerata’ dimostra un legame ideologico con il fascismo che non dovrebbe esistere in una democrazia. Ha concluso chiedendo le dimissioni immediate di Mariotti e la sua espulsione dal partito.

La senatrice Aurora Floridia, co-portavoce di Europa Verde di Verona e Provincia, ha espresso parole altrettanto dure: “Gli esponenti di Fratelli d’Italia escono allo scoperto ormai senza vergogna. Questi episodi richiamano periodi oscuri della nostra storia che dovrebbero essere condannati senza esitazione. L’utilizzo di linguaggio e simboli associati al fascismo sono inaccettabili e incompatibili con le responsabilità di chi è chiamato a rappresentare i cittadini nelle istituzioni pubbliche”.

Massimo Mariotti non è nuovo a controversie. Nel 2009, inviò una mail utilizzando l’indirizzo del Comune, in cui invitava i consiglieri a una cena con un dress code preciso: “È gradita la camicia nera”. Questo episodio, insieme all’ultimo, solleva preoccupazioni sulla presenza di retaggi fascisti all’interno delle istituzioni democratiche italiane.

L’indagine e le possibili conseguenze

Attualmente, non ci sono state proteste ufficiali durante la seduta consiliare in cui è avvenuta la dichiarazione di Mariotti. Tuttavia, le dichiarazioni di condanna da parte delle opposizioni potrebbero portare a ulteriori indagini e provvedimenti. La richiesta di dimissioni e l’espulsione dal partito sono sul tavolo, e il caso potrebbe diventare un punto focale nel dibattito politico locale e nazionale.

La vicenda di Massimo Mariotti mette in luce le tensioni ideologiche ancora presenti in Italia e solleva domande importanti su come affrontare e gestire le eredità storiche all’interno della politica moderna. La risposta delle istituzioni e della società civile sarà cruciale per definire i valori che guideranno il futuro del paese.



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