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Microplastiche nel pene umano: una preoccupante scoperta



Uno studio dell’Università di Miami rivela la presenza di microplastiche in 4 campioni su 5 di tessuto penieno, sollevando interrogativi sulla loro possibile relazione con la disfunzione erettile e l’infertilità maschile.



Le microplastiche, ormai onnipresenti nell’ambiente, hanno raggiunto anche una zona estremamente delicata del corpo umano: il pene. Uno studio coordinato dall’Università di Miami e pubblicato sulla rivista ‘Ijir: Your Sexual Medicine Journal’ ha infatti rilevato la presenza di queste minuscole particelle in 4 campioni su 5 di tessuto penieno prelevati da uomini sottoposti a intervento chirurgico per una protesi peniena gonfiabile.I ricercatori hanno individuato soprattutto PET e polipropilene, materiali ampiamente utilizzati negli imballaggi di alimenti e bevande e in altri oggetti di uso quotidiano. Queste particelle, di dimensioni comprese tra 0,5 mm e 0,002 mm, potrebbero essere state ingerite o inalate dagli individui esaminati.

Secondo gli esperti, il pene potrebbe essere particolarmente vulnerabile alla contaminazione da microplastiche a causa dell’elevato flusso sanguigno durante l’erezione. Sebbene l’impatto complessivo sulla salute umana sia ancora sconosciuto, studi di laboratorio hanno dimostrato che queste sostanze possono causare danni alle cellule e infiammazioni nei tessuti.”Il pene è un organo vascolare e spugnoso, quindi è decisamente vulnerabile”, afferma Ranjith Ramasamy, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio. “Abbiamo scoperto che le microplastiche erano presenti nella muscolatura liscia.

Tutto ciò che sappiamo è che non dovrebbero essere lì e sospettiamo che questo possa portare a una disfunzione della muscolatura liscia”.Questa preoccupante scoperta solleva interrogativi sulla possibile relazione tra la presenza di microplastiche e la disfunzione erettile e l’infertilità maschile, fenomeni in aumento negli ultimi decenni. Ramasamy sottolinea l’urgente necessità di ulteriori ricerche per determinare il potenziale ruolo di questi inquinanti.”Il numero degli spermatozoi negli uomini è in calo da decenni e il 40% dei conteggi bassi rimane inspiegato, sebbene l’inquinamento chimico sia stato implicato in molti studi.

Recenti lavori sui topi hanno mostrato che le microplastiche riducono il numero degli spermatozoi e causano anomalie e disturbi ormonali”, aggiunge il ricercatore.Questa scoperta rappresenta un ulteriore campanello d’allarme sull’impatto delle microplastiche sulla salute umana, sollecitando la comunità scientifica a intensificare gli sforzi per comprendere appieno i rischi associati a questa forma di inquinamento pervasiva.



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