Controcopertina

“Ma che diavolo dici? Ma dove sei stato?” Elly Sclein ancora una volta riesce a suscitare reazioni negative, dopo aver affermato che per attraversare lo stretto di Messina bastino solo 20 minuti



Date una mano a Elly Schlein, che guida il partito più pazzo del mondo. Non solo la guerra, ma anche il Ponte sullo Stretto di Messina deve incollare i cocci di un Pd che cambia idea con grande facilità. La Schlein di oggi parte all’attacco: «Combatteremo in ogni modo il Ponte». Ma era appena il 2020 quando i deputati del Pd – ed ora la solita storia “io sono arrivata dopo” – presentavano risoluzioni per costruire il ponte usando i fondi del recovery. E poi quello che usa il ponte per ragioni elettorali è Salvini… rinfrescarsi la memoria, please. La leader del Pd è scesa fino alla città dello Stretto per farsi ritrarre in un video che “dimostra” che la traversata in traghetto si fa in venti minuti. Chissà se è in grado di raccontarlo a quei tanti italiani che ogni estate per passare dalla penisola all’isola ci mettono ore e ore…



Elly Schlein ha deciso di affrontare di petto la questione del Ponte sullo Stretto di Messina, scatenando una serie di polemiche. «Combatteremo in ogni modo il Ponte», ha dichiarato, nonostante appena nel 2020 i deputati del Partito Democratico presentavano risoluzioni per costruirlo usando i fondi del recovery. Ora la Schlein è scesa fino alla città dello Stretto per farsi riprendere in un video, dimostrando che la traversata in traghetto si fa in venti minuti. Una sfida alle tante testimonianze di italiani che ogni estate impiegano ore per attraversare lo Stretto.

Germanà, deputato della Lega e candidato alle Europee, ha ironizzato sulle dichiarazioni di Schlein: «O ha preso un deltaplano o le si è rotto l’orologio. Non trovo altra spiegazione alle sue affermazioni. Invece di parlare come una turista che si fa i selfie, chieda scusa alle tante persone che da anni sopportano enormi disagi».

Sul piano più tecnico, interviene Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, che ha ribadito il suo impegno per l’opera: «Il mio obiettivo è avviare i cantieri entro il 2024. Il Ponte sullo Stretto è forse il ponte più studiato al mondo. Estraniamo dall’agone politico quello che è un’opera pubblica senza colore politico. Questo ponte significa continuità territoriale per 5 milioni di italiani e creerà 120.000 posti di lavoro, con la Lombardia particolarmente coinvolta».

Sorprende la posizione attuale del Pd, che nel 2020 aveva presentato una risoluzione parlamentare in Commissione Ambiente della Camera, impegnando il Governo a utilizzare parte delle risorse del Recovery Fund per il ponte. Ora sembra che il partito abbia cambiato idea solo perché è Salvini a portare avanti il progetto. Si tratta di una delle tante giravolte della sinistra italiana, criticate anche da chi all’epoca sosteneva il progetto come un investimento strategico per colmare il divario tra Nord e Sud.

Il ministro Salvini ha continuato: «Lasciamo che gli ingegneri facciano gli ingegneri. Ci sono centinaia di professionisti che lavorano a questo ponte da anni. Solo in Italia si riesce a contestare una diga, un ponte, una ferrovia, un tunnel, un’autostrada». Questo sottolinea l’importanza di mantenere una visione tecnica e professionale su progetti infrastrutturali di tale portata, piuttosto che lasciarsi guidare da interessi elettorali.

Il dibattito sul Ponte sullo Stretto mette in luce le contraddizioni interne e le difficoltà di coerenza politica all’interno del Partito Democratico, sperando che dopo le elezioni europee il PD possa ritrovare una linea più coerente e smettere di sabotare un’infrastruttura che tecnici di tutto il mondo considerano strategica.

Con il passare del tempo e delle elezioni, è auspicabile che il PD possa ritornare a sostenere progetti che hanno un chiaro beneficio per l’intero Paese, abbandonando le divisioni interne e concentrandosi su ciò che è meglio per i cittadini e per lo sviluppo infrastrutturale dell’Italia.



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