Varsha Sahu, una donna di 35 anni di Kolkata, India, ha recentemente vissuto un’esperienza traumatica che ha coinvolto un piercing al naso inalato accidentalmente, sfociata in una complicazione medica che ha richiesto un delicato intervento chirurgico. La sua storia ha attirato l’attenzione nazionale, non solo per la rarità dell’incidente ma anche per la complessa rimozione dell’oggetto dal suo polmone.
Varsha, madre di due adolescenti, aveva portato il piercing al naso, un simbolo culturale indiano assunto dopo il matrimonio, per circa 16-17 anni senza incidenti. Tuttavia, un giorno mentre respirava profondamente, il piccolo oggetto metallico si è staccato e, invece di seguirne il previsto percorso verso lo stomaco, è finito direttamente in uno dei suoi polmoni. Questo errore di percorso ha causato a Varsha due settimane di tosse persistente e gravi difficoltà respiratorie, fino a che non è stato correttamente diagnosticato e trattato.
Dopo un mese dal tragico incidente, Varsha ha cercato aiuto medico a causa di una tosse che non mostrava segni di miglioramento e sintomi che suggerivano una polmonite. Le iniziali prescrizioni farmacologiche non hanno sortito alcun effetto positivo, portando la donna a consultare un pneumologo. Dopo una serie di esami, tra cui una tomografia computerizzata e una radiografia, è stato scoperto che il piercing era la causa del suo malessere.
Il Dr. Debraj Jash, lo pneumologo che ha gestito il caso al Medica Superspecialty Hospital, ha tentato inizialmente di rimuovere l’oggetto tramite broncoscopia, una procedura mininvasiva che utilizza un tubo sottile per accedere ai polmoni. Tuttavia, dato che il piercing era rimasto incastrato per oltre due settimane, i tessuti avevano iniziato a crescere attorno ad esso, complicando l’operazione.
Di fronte al fallimento della broncoscopia, si è resa necessaria un’operazione più invasiva. Il Dr. Jash ha spiegato a Varsha i rischi significativi di lasciare l’oggetto all’interno, compreso il peggioramento della polmonite e possibili danni maggiori ai polmoni. Con queste premesse, è stata effettuata un’ulteriore broncoscopia sotto condizioni controllate e con estrema cautela per evitare danni alle vie respiratorie.
L’intervento, che ha durato circa 30 minuti, è stato un successo. Varsha è stata dimessa dall’ospedale quattro giorni dopo l’operazione e ha continuato a migliorare nel corso delle visite di controllo. Interrogata sul possibile riutilizzo del piercing, ha fermamente escluso questa possibilità, conscia del pericolo corso e non desiderosa di rischiare nuovamente.
La storia di Varsha Sahu non solo mette in luce i pericoli potenzialmente letali di piccoli incidenti domestici ma anche l’importanza della prontezza nell’intervento medico e della precisione chirurgica, cruciali per il suo recupero. La sua esperienza serve come un avvertimento riguardo alla sicurezza personale e alle misure precauzionali necessarie quando si sceglie di indossare gioielli corporei.
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