Dopo aver indossato la maglia della Roma per 18 anni, Daniele De Rossi giocherà contro il Parma, il prossimo 26 maggio, la sua ultima partita con i giallorossi. Il club gli aveva proposto un ruolo nella società ma lui ha detto no, vuole giocare ancora. De Rossi ha quasi 36 anni. Che si sarebbe arrivati alla fine di un rapporto lo sapevano un po’ tutti. Quello che viene contestato alla società è il metodo utilizzato nei confronti del calciatore. I tifosi della Roma hanno esposto striscioni per manifestare il proprio dissenso in diversi punti della città: «Figli di Roma, capitani e bandiere. Ecco il rispetto e l’amore che questa società non potrà mai avere», si legge su uno degli striscioni, e «Pallotta maiale, DDR per sempre nel cuore della gente». E in un altro: «DDR vanto nostro». Come Francesco Totti romano e romanista, è cresciuto nel settore giovanile della società e con la maglia giallorossa ha collezionato, fino a oggi, 615 presenze, segnando 63 reti nei suoi 18 anni di militanza. Tanti ne sono passati da quel 30 ottobre 2001. All’Olimpico si giocava Roma-Anderlecht, sesta e ultima partita del girone di
Champions League della squadra capitolina. Oggi De Rossi occupa il secondo posto tra i calciatori con più partite nella Roma, alle spalle dello stesso Totti. Presenza dominante nel cuore del centrocampo per quasi due decenni, De Rossi ha ufficialmente ereditato la fascia di capitano da Totti a seguito del suo ritiro nel maggio del 2017. È stato anche campione del mondo in maglia azzurra nel 2006 e con l’Italia ha giocato 117 volte, realizzando 21 reti. Ha partecipato a tre Mondiali. Il calcio ostenta ancora componenti illogiche difficili da spiegare, anzi il suo bello è che resta una delle poche zone franche della nostra società in cui sopravvivono l’irrazionale, la passione, l’emotività allo stato puro. Spesso la squadra del cuore è l’unica cosa cui restiamo fedeli tutta la vita e la cerimonia della partita è un rito antico, per tanti versi misterioso, che affonda le radici nella notte dei tempi. La reazione dei tifosi è per tanti versi comprensibile: con l’addio dell’ex Capitan Futuro si spegne l’ultimo barlume di romanticismo e i principi di una fede (calcistica) vengono meno. L’ormai ex capitano giallorosso ha incassato dal club, non considerando i bonus, 56 milioni di euro netti, con uno stipendio medio, tra il 2004 e il 2019, pari a 3,74 milioni di euro. A confronto con il cachet di altri giocatori, si direbbero briciole, ma non per la Roma. Che ha i conti in rosso. Il tifo è per sua natura passionale, ma i bilanci delle società di calcio se non sono razionali sono destinati al fallimento.
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