Ricordiamo la strage del Pilastro a 31 anni di distanza: la lotta dei familiari per la verità continua, tra commemorazioni e richieste di nuove indagini sulla Banda della Uno Bianca.
Bologna ricorda con dolore la strage del Pilastro, un episodio tragico che ha segnato la storia della città 31 anni fa. Il 4 gennaio del 1991, tre giovani carabinieri, Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini, furono brutalmente assassinati in uno scontro a fuoco nel quartiere popolare del Pilastro. La pioggia di proiettili, 222 in totale, fu opera dei fratelli Savi e dei loro complici, membri della tristemente nota Banda della Uno Bianca.
Durante la commemorazione di quel terribile giorno, i familiari delle vittime hanno rinnovato la loro richiesta di giustizia. Ludovico Mitilini, fratello di Mauro, con voce ferma ha dichiarato: “Lotteremo fino alla fine per cercare questa verità”. L’intento è chiaro: fare piena luce sull’intera vicenda e sul ruolo di tutti i possibili complici e mandanti.
La Voce dei Familiari e l’Appello alla Verità
I parenti non si arrendono e, con un esposto, chiedono di approfondire le indagini. Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, esprime il desiderio comune: “Vogliamo che venga fuori tutto”. Anna Maria Stefanini, madre di Otello, testimonia il dolore infinito che ha colpito le famiglie.
La Lotta per la Giustizia Continua
I familiari sono uniti nella battaglia contro permessi e sconti di pena per i criminali e nell’esortazione a riaprire le indagini. La digitalizzazione degli atti sulla Banda della Uno Bianca, avviata lo scorso ottobre, potrebbe essere un passo avanti verso la verità.
I Punti Oscuri dell’Eccidio
Nonostante il tempo trascorso, molte domande restano senza risposta. Perché i carabinieri si spostarono in via Casini? Che fine ha fatto il foglio di servizio della pattuglia? Chi era il misterioso quarto uomo visto dopo la strage? E quale fu il vero movente dell’attacco?
Il Terribile Bilancio della Uno Bianca
La banda ha lasciato una scia di sangue in Emilia Romagna dal 1987 al 1994: 103 crimini, 24 omicidi e 102 feriti. Membri delle forze armate tra i componenti, una rivelazione che scosse l’Italia. I crimini includevano rapine, estorsioni e omicidi, culminati nell’eccidio del Pilastro.
La Caccia ai Colpevoli e la Condanna
Dopo anni di indagini, i processi si conclusero nel 1996 con condanne all’ergastolo per i fratelli Savi e Marino Occhipinti, mentre Pietro Gugliotta ricevette una pena ridotta e Luca Vallicelli patteggiò. In aggiunta, fu stabilita una compensazione per i parenti delle vittime.
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