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Stefania: morta a 10 anni a causa dell’Ameba mangia-cervello



Stefania e l’Ameba Mangia-Cervello: Una Storia Agghiacciante

Una terribile tragedia ha colpito la giovane Stefania, una bambina di soli 10 anni, vittima dell’ameba mangia-cervello. Questo microrganismo, noto per annidarsi nelle acque dolci, ha inflitto una fine devastante alla piccola Stefania, il cui dramma ha gettato luce su questa rara ma letale infezione.



Una Vacanza Funestata

Stefania si trovava in vacanza insieme alla madre a Santa Marta, una località balneare dei Caraibi. Tutto sembrava procedere normalmente fino a quando la piccola ha iniziato a manifestare sintomi di malessere generale, vomito e febbre alta. Inizialmente, nessuno sospettava che si trattasse di qualcosa di così grave come l’ameba mangia-cervello.

Una Lenta Agonia

Con il passare dei giorni, i sintomi si sono intensificati, causando anche notevoli disagi agli occhi e una crescente debolezza che ha impedito a Stefania di alzarsi dal letto. La situazione è peggiorata rapidamente, e la bambina ha iniziato a convulsionare, segno dell’aggravamento della sua condizione. È stata ricoverata d’urgenza, ma nonostante gli sforzi medici, Stefania è deceduta tre settimane dopo, il 28 luglio, con diagnosi di “morte cerebrale” due giorni prima del suo decesso.

Una Terribile Perdita

La famiglia di Stefania ha condiviso la loro storia, sperando che altre famiglie possano prendere le precauzioni necessarie. Sono devastati dalla perdita della loro amata figlia, una giovane talentuosa con sogni di diventare una ginnasta. Le autorità ora stanno indagando sulle condizioni dell’hotel in cui madre e figlia alloggiavano, con l’obiettivo di verificare eventuali violazioni delle norme di sicurezza, anche se al momento non ci sono accuse penali.

L’Ameba Mangia-Cervello: Un Nemico Letale

Una volta contratto, il Naegleria fowleri, noto come l’ameba mangia-cervello, uccide l’essere umano nel 97% dei casi. Questo microrganismo unicellulare si trova in acque dolci e calde come laghi e fiumi. L’ameba entra nel corpo attraverso il naso e raggiunge il cervello, dove si moltiplica e distrugge i tessuti cerebrali, causando la rara ma fatale meningite amebica primaria.

I primi sintomi, tra cui vomito, febbre, malessere generale e debolezza, possono manifestarsi giorni o settimane dopo l’infezione. Attualmente, il trattamento principale prevede l’uso del farmaco antimicotico amfotericina B, ma la ricerca continua per sviluppare terapie più efficaci e mitigare i sintomi associati a questa malattia spaventosa.



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