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L’Allarme ignorato di Giulia Cecchettin: Il caso dei carabinieri e le domande senza risposta



Il caso di Giulia Cecchettin, la giovane donna tragicamente uccisa a Vigonovo, ha scosso la comunità e sollevato interrogativi significativi sulle azioni dei Carabinieri. La notte dell’omicidio, un testimone aveva chiamato il numero di emergenza 112 per segnalare l’aggressione e il sequestro della giovane da parte del suo ex fidanzato Filippo Turetta, ma nessuna pattuglia è stata inviata sul posto. Come è possibile?



L’Allarme Ignorato

La telefonata al 112, giunta alle 23.18, descriveva l’aggressione avvenuta nel parcheggio a soli 150 metri dalla casa di Giulia Cecchettin. Tuttavia, i Carabinieri non sono intervenuti, giustificando la loro decisione affermando che la chiamata segnalava una lite tra due persone che erano già partite in auto e si erano allontanate. Inoltre, il testimone non era riuscito a prendere nota del numero di targa dell’auto coinvolta, e al momento vi erano altre emergenze in corso che richiedevano l’attenzione delle pattuglie.

Questa spiegazione potrebbe sembrare ragionevole, ma con il senno di poi, è chiaro che una pattuglia avrebbe dovuto effettuare un sopralluogo. Anche se forse non avrebbe potuto salvare la vita di Giulia Cecchettin, avrebbe potuto accelerare le ricerche e le indagini, portando alla scoperta delle prove cruciali, come le macchie di sangue nel parcheggio e la lama del coltello abbandonato da Turetta.

La Connessione Mancata

Un altro aspetto sconcertante è la mancata connessione tra la segnalazione del testimone e la successiva denuncia di scomparsa presentata dal padre di Giulia. Inizialmente, i Carabinieri hanno trattato la chiamata come un fatto che non costituisce reato, aprendo un modello 45. Solo in seguito, quando è esploso il caso della scomparsa dei due giovani, il testimone ha informato le autorità anche della chiamata al 112. Questo ritardo ha ritardato l’indagine, evidenziando una mancanza di coordinamento e comprensione della gravità della situazione.

Il Giallo Della Seconda Telefonata

Un ulteriore elemento di mistero riguarda una presunta seconda telefonata al 112 quella notte. Secondo quanto riportato da alcuni media, circa un’ora dopo la prima chiamata, una guardia giurata avrebbe segnalato due persone che litigavano vicino a una macchina scura, vista dalle telecamere di sorveglianza. Tuttavia, questa seconda chiamata non compare nei documenti ufficiali. L’Arma dei Carabinieri ha smentito l’esistenza di questa seconda telefonata nei tabulati del 112, sollevando ulteriori domande sulla sua veridicità e rilevanza per l’indagine.

Le Indagini in Corso

Mentre il mistero si infittisce, le indagini giudiziarie proseguono. Un aspetto che merita attenzione è l’orario in cui l’auto di Filippo Turetta è stata intercettata nella zona industriale di Fossò, un’ora prima dell’appuntamento con Giulia. Gli investigatori ipotizzano che questa deviazione potesse essere un sopralluogo preventivo. Tuttavia, questa è solo un’ipotesi che dovrà essere dimostrata durante il processo.

Inoltre, rimane la domanda fondamentale: che cosa stava facendo Filippo Turetta in quella zona isolata e industriale un’ora prima dell’appuntamento con Giulia Cecchettin? La risposta a questa domanda potrebbe rivelare ulteriori dettagli sulle circostanze dell’omicidio.

In conclusione, il caso di Giulia Cecchettin continua a sollevare domande senza risposta. La mancata risposta dei Carabinieri all’allarme del testimone e la mancata connessione tra le segnalazioni fanno emergere lacune nell’operato delle forze dell’ordine. Mentre le indagini proseguono, la comunità cerca risposte e giustizia per Giulia Cecchettin.



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