Jay Bloom rivela il pericolo che avrebbe potuto affrontare insieme a suo figlio a bordo del sottomarino Titan, mentre si esprime sulla tragica esplosione che ha causato la morte di altri passeggeri.
“Avremmo potuto essere io e mio figlio sul Titan, e saremmo morti. I nostri posti sono andati a Shahzada Dawood e a suo figlio.” Queste sono le parole di Jay Bloom, un influente miliardario americano con base a Las Vegas. Gli era stato offerto di partecipare alla missione del sottomarino della OceanGate, che è finita in una catastrofe durante l’esplorazione dei resti del Titanic nell’Oceano Atlantico.
I cinque passeggeri a bordo, Shahzada Dawood e suo figlio di 19 anni, il CEO di OceanGate Stockton Rush, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet, hanno perso la vita nell’incidente. Tra di loro, Jay Bloom avrebbe potuto esserci con suo figlio di 20 anni, come proposto da Rush lo scorso febbraio.
Jay Bloom ha condiviso una serie di screenshot delle sue conversazioni con Stockton Rush su Facebook. I messaggi risalgono a febbraio e mostrano la proposta di partecipare alla missione del Titan nel mese di maggio. Tuttavia, Bloom ha espresso preoccupazioni sulla sicurezza del sottomarino.
Nonostante le rassicurazioni di Rush, che affermava che il sottomarino era molto sicuro e non c’erano mai stati incidenti in 35 anni con un sottomarino non militare, Jay Bloom ha deciso di declinare l’invito. Ha spiegato che aveva dubbi sulle capacità di sicurezza del Titan e ha deciso di non partecipare fino all’anno successivo per impegni personali.
Purtroppo, i posti riservati a Jay Bloom e a suo figlio sono stati occupati da Shahzada Dawood e suo figlio Suleman Dawood, che hanno perso la vita durante l’escursione fatale.
Anche il figlio di Bloom, Sean, ha condiviso i suoi dubbi sulla sicurezza del sottomarino Titan durante un’intervista con la CNN. Ha affermato di aver notato diverse “bandiere rosse” e di non credere che il sottomarino sarebbe stato in grado di sopravvivere alle profondità marine. Alla fine, ha esposto le sue preoccupazioni a suo padre, che ha finito per essere d’accordo con lui.
In conclusione, Jay Bloom e suo figlio hanno evitato un grave rischio di morte rinunciando alla missione del Titan, mentre ora riflettono sul tragico destino degli altri passeggeri e sulle decisioni che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte.
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