Una storia straziante ci giunge da Longarone, dove il piccolo Nicolò Feltrin, di soli due anni, ha perso la vita a causa di un’overdose di cannabis. Le concentrazioni estremamente elevate di droga presenti nel suo corpo indicano un’assunzione recente, probabilmente dovuta alla somministrazione di cibo contenente hashish.
Le Indagini Mediche
L’inchiesta sul caso di Nicolò è stata affidata al sostituto procuratore Simone Marcon, che ha ricevuto il rapporto della consulenza medico-legale svolta dal dottor Antonello Cirnelli di Portogruaro e dalla dottoressa Donata Favretto, tossicologa di Medicina Legale di Padova. Il lavoro di analisi, avviato undici mesi fa, ha portato alla luce le cause della morte del bambino e i risultati delle analisi sulle sostanze presenti nel suo corpo.
La Domanda Inevitabile
È lecito chiedersi se ci fosse stata una possibilità di salvare Nicolò. Purtroppo, la quantità di droga presente nel suo organismo era così elevata che persino un intervento tempestivo probabilmente non avrebbe potuto cambiare l’esito tragico della situazione. Inoltre, va ricordato che il padre del bambino, Diego Feltrin, è indagato per omicidio colposo, poiché quando ha portato Nicolò in ospedale non ha fornito una chiara spiegazione degli avvenimenti, affermando semplicemente che il bambino aveva accidentalmente ingerito una sostanza marrone trovata a terra in un parco vicino a casa.
La Sconcertante Verità sulla Droga
Le analisi hanno confermato la presenza di concentrazioni elevate di droga nel corpo del bambino, indicando un’assunzione recente. Tuttavia, non è possibile determinare la quantità esatta di droga somministrata basandosi semplicemente sulle concentrazioni rilevate sul cadavere del piccolo, nemmeno negli adulti. L’unica certezza è che si è trattato di un’intossicazione letale derivante dalla cannabis. Le analisi sulle sostanze sequestrate in casa sono state effettuate a Mestre e il pm potrà quindi confrontarle con la droga ritrovata, prendendo decisioni basate sulle evidenze. Va sottolineato che la difesa del padre, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Xaiz, ha incaricato un consulente medico di parte per valutare la situazione.
Un Caso Tragico e Unico
Nell’ultimo anno, si sono verificati diversi casi di bambini intossicati da cannabis, ma fortunatamente sono stati tutti risolti con successo entro 24 ore, grazie alle cure mediche appropriate. Purtroppo, per Nicolò la storia è stata diversa. Si tratta di un caso raro e unico: non sono stati segnalati altri decessi di bambini correlati all’uso di cannabis nel mondo. Inoltre, è importante ricordare che non esiste un antidoto specifico per la cannabis, a differenza degli oppiacei. Anche se il padre avesse immediatamente rivelato che Nicolò aveva ingerito hashish, le probabilità di salvare il bambino sarebbero state estremamente basse.
La Quantità di Droga Ritrovata
Nella camera da letto di Nicolò sono stati rinvenuti diversi pezzi di sostanza resinosa, verosimilmente hashish, per un peso complessivo di 1,5 grammi. In cucina sono stati trovati altri pezzi di sostanza, per un totale di 5,5 grammi. Il sequestro ha confermato la presenza diffusa di droga nell’abitazione.
È un caso tragico che ha scosso profondamente la comunità. La morte di un bambino così giovane a causa di una sostanza illecita è un duro monito sulle conseguenze devastanti dell’abuso di droghe.
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