La vicenda di Rovigo che ha visto degli studenti sparare pallini di gomma contro una professoressa durante una lezione ha raggiunto un epilogo sconcertante. I due alunni coinvolti sono stati promossi con un voto di 9 in condotta, nonostante il loro comportamento inaccettabile. Ciò che rende la situazione ancora più sorprendente è che il video dell’aggressione è stato persino caricato online per deridere l’insegnante di Scienze. Sebbene cinque studenti minorenni siano stati coinvolti nell’incidente, questi due sembrano essere stati completamente esenti dalle conseguenze, ottenendo una notorietà nazionale inaspettata.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la professoressa bersagliata, che è stata colpita anche in faccia, ha deciso di scrivere una lettera al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per raccontare l’accaduto. La domanda sorge spontanea: come è possibile che questi ragazzi abbiano ottenuto un voto così alto in condotta? Qual esempio viene trasmesso agli altri studenti che hanno ottenuto lo stesso voto, nonostante non abbiano mai puntato una pistola ad aria compressa in classe o sparato pallini in faccia a un’insegnante? Qual “percorso educativo interno”, se è stato seguito dai responsabili dell’aggressione, può giustificare l’assegnazione dello stesso voto di condotta di chi non ha commesso tali atti violenti con conseguenze sui social? E non erano stati sospesi questi “tiratori”?
La storia che si sta sviluppando intorno a questo epilogo è ancora più sorprendente del tragico tiro al bersaglio stesso. Gli avvocati della professoressa Maria Cristina Finatti, 61 anni, stanno cercando di accedere alla documentazione scolastica relativa alle valutazioni finali della prima classe dell’Istituto professionale diretto dalla preside Isabella Sgarbi. I legali, Tosca Sambinello e Nicola Rubiero, intendono anche verificare se le sospensioni annunciate per gli studenti coinvolti siano state effettivamente rispettate.
Essi sottolineano anche il fatto che, ad Abbiategrasso, uno studente che aveva accoltellato un’insegnante è stato bocciato. “Due pesi e due misure”, si chiede la cliente dei legali, “ma i principi e i valori della scuola non dovrebbero essere sempre gli stessi? Dopo le violenze subite, tutto ciò rappresenta un’offesa morale”, si legge sul Corriere.
Ma come può il rendimento scolastico (i due studenti in questione hanno ottenuto una media dell’8) oscurare il comportamento degli alunni verso la professoressa? Nicola Bergamin, avvocato difensore di uno degli studenti che ha sparato i pallini, afferma al Corriere: “Fin dall’inizio abbiamo sottolineato che si trattava di un episodio isolato. Lo studente ha ottenuto un 9 in condotta e una media dell’8. Il suo impegno è stato confermato da tutti gli insegnanti: siamo soddisfatti per lui, non è stato facile, un singolo episodio rischiava di compromettere tutto”.
Ma se gli “sparatori” avessero avuto un rendimento scolastico più scarso, avrebbero meritato un voto di condotta più basso? A prescindere da come si guardi la situazione, al momento le cose non tornano.
Il provveditore, Roberto Natale, dichiara: “Non so con certezza se i ragazzi siano stati bocciati o meno, ma sono sicuro che, nel caso lo siano stati, la scelta sia stata basata sulla valutazione del loro rendimento. I provvedimenti presi nei loro confronti, per quanto riguarda il coinvolgimento nell’incidente, non hanno mai previsto né bocciature né sospensioni basate sul comportamento. È stata invece scelta un’educazione interna, facendo svolgere ai ragazzi servizi a favore dell’istituto, con il supporto di insegnanti ed educatori”.
La professoressa Finatti, delusa dal fatto che la preside non abbia preso provvedimenti, ha denunciato tutta la classe per lesioni personali, diffamazione attraverso i social media e stalking, in quanto ritiene che tutti siano “simbolicamente complici” di quanto accaduto.
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