Le indagini si concentrano sulle prove visive dell’incidente
I carabinieri sono ora coinvolti nelle indagini sulla morte del giovane Manuel, che è stato ucciso mercoledì in un incidente con un SUV Lamborghini che trasportava cinque youtuber. Ieri, su richiesta della procura, i militari si sono recati presso la residenza di Matteo Di Pietro, ventenne indagato per omicidio stradale e lesioni, insieme ad Alessio Ciaffaroni, Vito Loiacono, Simone Dutto e Gaia Nota, che erano a bordo dell’auto al momento dell’incidente e potrebbero essere accusati di concorso colposo nell’omicidio. I carabinieri hanno acquisito anche materiale presso la sede della “Theborderline”, l’azienda utilizzata dai ragazzi per organizzare le challenge pubblicate sul loro canale YouTube, seguito da oltre 600.000 followers. La posizione di Di Pietro si è aggravata, con la presenza di tracce di cannabinoidi nel suo sangue, e se le perizie dovessero confermarlo, il ragazzo rischia l’arresto.
Alla ricerca di prove visive e comunicazioni
Dopo aver sequestrato i telefoni cellulari dei cinque ragazzi e averli analizzati per determinare se gli altri occupanti dell’auto incoraggiassero Di Pietro a superare i limiti di velocità, la procura di Roma ha incaricato i carabinieri di svolgere ulteriori indagini. In particolare, si stanno cercando le GoPro e altre videocamere utilizzate dai ragazzi per registrare la sfida. Verranno controllati anche i computer, dove potrebbero essere stati scaricati i video. Queste immagini sono fondamentali per stabilire se gli altri passeggeri abbiano avuto un ruolo nella corsa spericolata e se abbiano registrato la scena dell’incidente. In base alle testimonianze, è emerso che l’auto viaggiava a una velocità estremamente elevata. L’obiettivo delle nuove indagini della procura di Roma è verificare se oltre ai video girati nella fase precedente, ci siano anche immagini della fase successiva all’impatto. Inoltre, il consulente del pubblico ministero incaricato del caso ha richiesto un’analisi approfondita dei telefoni delle altre persone coinvolte, alla ricerca di chat e messaggi che possano aiutare a ricostruire gli eventi di mercoledì intorno alle 16:00 in via di Macchia Saponara, nel sud di Roma.
Testimoni oculari confermano la ricerca di video e la rabbia del padre
Secondo alcuni testimoni oculari, dopo l’incidente alcuni dei ragazzi avrebbero continuato a registrare con i loro telefoni cellulari, scatenando la reazione delle persone che erano accorse per prestare soccorso. Le indagini non si limitano solo alla ricerca di prove tecniche, ma potrebbero anche includere la ricerca di sostanze stupefacenti, dato che Di Pietro, sebbene con una quantità bassa, ha dato positivo ai cannabinoidi.
Ieri sono stati ascoltati diversi testimoni, inclusi alcuni membri del collettivo che non erano a bordo dell’auto quel pomeriggio. I pubblici ministeri stanno cercando di ottenere una chiara comprensione delle cause della morte del piccolo Manuel, poiché la sua morte è stata dichiarata circa un’ora e mezza dopo l’incidente. Secondo le testimonianze, i ragazzi stavano correndo “come matti” da due giorni. La Lamborghini ha trascinato la Smart per diversi metri. Quando le condizioni lo permetteranno, è prevista anche l’audizione della madre del bambino, che è uscita dall’ospedale Sant’Eugenio dove era stata ricoverata. L’avvocato della famiglia, Ilaria Mistretta, ha inviato una diffida ai sensi delle leggi sulla privacy, del codice deontologico dei giornalisti e della carta di Treviso, chiedendo di rimuovere e non pubblicare alcuna immagine o riferimento anagrafico del minore e della sua famiglia in qualsiasi articolo o servizio giornalistico riguardante l’incidente.
Il padre del bambino, Marco Proietti, che è ancora sconvolto per la tragedia, ha pubblicato su Instagram una storia che riflette tutto il dolore e la rabbia che sta provando. Ha espresso il suo ringraziamento a coloro che hanno pregato, donato e anche solo pensato a Manuel, il loro bambino strappato via da questo mondo crudele. Ha concluso dicendo: “Ti ameremo per sempre!”
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