Secondo Marina Cuollo, le persone tendono a interagire con i disabili con una combinazione di empatia, rispetto, pietà e compassione.
Attingendo ai sentimenti di “ribellione” verso la pietà degli altri, il libro dell’attivista, “Anche a Disabilandia si scopa”, viene presentato per sottolineare, in tono ironico, che i disabili sono persone normali e non dovrebbero essere avvicinati con sentimenti di pietà.
Marina Cuollo è un’attivista per i diritti dei disabili che si batte per l’eliminazione della discriminazione.
Marina Cuollo incoraggia gli individui a contemplare e valutare il proprio comportamento, considerando l’impatto dei loro sguardi compassionevoli e i preconcetti associati al mondo della compassione. Chiede a chi non ha disabilità di contemplare l’esperienza di vivere tra la gente e di incontrare solo compassione e simpatia, senza il peso di essere giudicati dagli altri.
Chi non ha disabilità spesso non è consapevole delle immense difficoltà che devono affrontare le persone con disabilità. A ciò si aggiungono commenti e battute insensibili da parte di chi non ha disabilità, che portano a un senso di isolamento quando una persona disabile si trova in pubblico, che sia al ristorante, per strada o in altri luoghi pubblici.
Marina Cuollo aderisce all’ideologia dell’ironia, ritenendo che un contegno allegro e il senso dell’umorismo possano essere un potente strumento per dissipare i preconcetti e i doppi standard che spesso accompagnano le discussioni sulla disabilità.
Il libro di Marina Cuollo cerca di dissipare le false nozioni e i pregiudizi che spesso vengono associati alle persone disabili; idee radicate nel presupposto errato che le persone con disabilità non siano in grado di condurre una vita normale e intima.
Il testo di Marina Cuollo esplora i temi della critica, dell’empatia e dell’esclusione sociale, evitando la prevedibilità e lasciando un’impressione positiva sul lettore. Prima di conoscere meglio questa straordinaria sostenitrice dei diritti dei disabili, esaminiamo il contenuto stimolante del testo.
Marina Cuollo è una campionessa di attivismo e un’instancabile sostenitrice dei diritti delle persone con disabilità, impegnata a combattere la discriminazione e i pregiudizi.
Marina Cuollo è una professionista poliedrica che si dedica alla causa della discriminazione dei disabili. È scrittrice, attivista, speaker radiofonica, autrice di podcast e creatrice di contenuti. Inoltre, è una grafica pubblicitaria e lavora a stretto contatto con il sito web “Planet Woman”. Il suo obiettivo principale è combattere la discriminazione e i pregiudizi legati alla disabilità.
Recentemente è stata finalista della 9ª edizione del concorso artistico-letterario “Il volo di Pègaso”. È affetta dalla sindrome di Melnick Needles, una rara disabilità genetica che richiede l’uso di una sedia a rotelle e di un ventilatore polmonare.
Nonostante ciò, si è fatta portavoce della lotta contro le discriminazioni e i pregiudizi di cui spesso sono vittime le persone con disabilità, per dimostrare che le persone con disabilità sono valide e non amano essere trattate con pietà.
Marina è ora molto consapevole del modo in cui il mondo percepisce le persone con disabilità e partecipa spesso a conferenze ed eventi pubblici per richiamare l’attenzione sulla mancanza di diversità nella nostra società, che viene perpetuata solo da coloro che la osservano.
Marina Cuollo, nata a Napoli nel 1981, ha conseguito una laurea in scienze biologiche e un dottorato in processi biologici e biomolecole.
È una delle poche centinaia di persone al mondo che soffrono di una rara condizione genetica.
Attualmente è impegnata in diverse iniziative sociali in collaborazione con rinomate testate giornalistiche, tra cui una rubrica per Vanity Fair, Area Marina.
Nel 2017, l’attivista ha pubblicato un libro che ha rappresentato una pietra miliare nella sua carriera: “A Disabilandia si tromba”, un saggio umoristico che racconta le esperienze di vita e la disabilità di Cuollo. L’autrice affronta gli argomenti con ironia, ma tocca anche le emozioni che le persone con gravi disabilità provano quotidianamente.
Recentemente, Cuollo ha partecipato al saggio di Bossy intitolato “Anche questo è femminismo”. Attraverso varie piattaforme di social media, la rinomata sostenitrice dei diritti dei disabili sta lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di combattere la discriminazione e i pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità fisiche in tutto il mondo.
Un’esplorazione dell’esperienza di Marina Cuollo nel vivere la disabilità attraverso le interviste.
Marina Cuollo si dedica alla sensibilizzazione sui diritti dei disabili attraverso un approccio intelligente e umoristico. Partecipa spesso a interviste con rinomate riviste cartacee e online per promuovere la sua causa.
Quando i membri della stampa le hanno chiesto perché ha scelto di creare un libro sulla sessualità delle persone con disabilità, Marina Cuollo ha risposto con fermezza, affermando che ci sono ancora molte idee sbagliate che circondano la comunità dei disabili e che lei, personalmente, si è sentita in dovere di farsi portavoce delle persone con disabilità, poiché gli stigmi ad esse associati sono ancora troppo diffusi.
La necessità di fornire una comunicazione chiara e decisa al pubblico era dovuta al fatto che la Cuollo desiderava condividere le proprie esperienze personali di disabilità fisica, che purtroppo sono condivise da molti altri individui in situazioni simili.
L’attivista ha sempre sottolineato che quando si parla di persone con disabilità e si interagisce con loro in qualsiasi contesto, si tende a concentrarsi sull’aspetto fisico, quasi come se gli aspetti emotivi e mentali di un individuo disabile venissero trascurati e i suoi sentimenti non fossero presi in considerazione.
Spesso si presume che un individuo disabile sia influenzato negativamente dalla sua condizione fisica e che richieda la comprensione e la simpatia degli altri. Cuollo spiega che ciò è dovuto al fatto che la disabilità fisica è l’aspetto più visibile dell’individuo, che può portare a sentirsi compatito.
Sembra che molti individui siano sorpresi dalla capacità delle persone con disabilità di gestire le loro condizioni e le difficoltà ad esse associate.
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