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Michael Douglas Biografia moglie figli



Questo attore è come una pistola: sempre pronto a sparare, con un fascino che solo una pistola può avere. Michael Douglas irradia senza sforzo il fascino da far girare la testa dei grandi attori di Hollywood del passato. Forse perché ha ereditato i geni del padre, che lo fanno sembrare un attore degli anni Quaranta o Cinquanta.



Adrian Lyne aveva qualche dubbio sul ruolo di Glenn Close come protagonista di Attrazione fatale, ma non ha avuto alcuna remora ad affidare il ruolo a Michael Douglas.

Era l’unico in grado di interpretare con convinzione il marito traditore, sessualmente debole e abbastanza duro da far girare la testa alla prima donna di turno. Un personaggio che gli è rimasto impresso per tutta una carriera faticosamente gestita tra recitazione e, udite udite, produzione. Alla faccia del padre che ha dato vita a un manager scaltro e abile di se stesso.

Ostacolato dal padre Kirk

Figlio d’arte, con il padre star Kirk Douglas e la madre attrice bermudiana Diana Dill (che si sarebbe separata dal marito quando Michael aveva solo 6 anni), fratello e fratellastro rispettivamente dei produttori Joel e Peter Douglas e dell’attore Eric Douglas, è nato a New Brunswick, N.J., Ha studiato alla Allen-Stevenson School, alla Eaglebrook School di Deerfield, Massachusetts, e alla Choate School, per poi frequentare l’Università della California a Santa Barbara, da cui è uscito con una laurea in arte drammatica e alcuni amici in più: il compagno di stanza Danny DeVito, il cantante Jack Johnson e l’attore Ossie Beck.

Parafrasato:

Figlio d’arte, Michael Douglas è nato in una famiglia di Hollywood. Suo padre è il leggendario Kirk Douglas e sua madre è l’attrice bermudiana Diana Dill. Michael ha due fratelli, Joel e Peter Douglas, entrambi produttori, e un fratellastro, Eric Douglas, attore. È nato a New Brunswick, nel New Jersey, e ha frequentato la Allen-Stevenson School, la Eaglebrook School di Deerfield, nel Massachusetts, e la Choate School. Ha poi frequentato l’Università della California a Santa Barbara, dove si è laureato in arte drammatica. Alla UCSB ha stretto amicizia con Danny DeVito, Jack Johnson e Ossie Beck.

Fin dall’adolescenza è convinto di voler intraprendere la stessa carriera che ha portato fortuna ai suoi genitori e chiede al padre di portarlo spesso sui set in cui lavora. Kirk non prenderà mai bene la sua scelta. Pensa che il figlio non sia tagliato per l’industria cinematografica e cerca di scoraggiarlo in tutti i modi. Ma Michael insiste e arriva persino a pagare un corso di recitazione a New York con l’insegnante Michael Howard.

Il debutto sul grande schermo

Nel 1966 fa il suo primo debutto sul grande schermo nel film Night Fighters, diretto da Melville Shavelson. Suo padre era uno degli attori del film (Senta Berger e Angie Dickinson). Anche se si trattò solo di una piccola apparizione, per lui fu sempre un inizio. Già nel 1969 fu candidato al Golden Globe come miglior promessa maschile per il film Hail, Hero! E i critici lo definirono il nuovo Kirk Douglas. Tuttavia, la personalità di Michael Douglas è molto diversa da quella del padre. Ha una mentalità imprenditoriale e intuisce che il futuro e la fama di un attore possono risiedere anche in altre forme di ricchezza, come ad esempio una percentuale sugli incassi. Gli fu offerto il ruolo di Oliver in Love Story (1970), ma chiese anche il 10% degli incassi. Le major non accettarono e lui rinunciò al ruolo nel film che, come aveva previsto, fu un successo.

Le strade di San Francisco fu un grande successo!

Nel 1972, la Disney fa un patto col diavolo per averlo nel cast di Due ragazzi e un leone con l’enfant prodige Jodie Foster, e nello stesso anno sceglie il piccolo schermo, diventando il protagonista del serial poliziesco Le strade di San Francisco (1972-1976) di Dennis Donnelly e Theodore J. Flicker, con Karl Malden. Il suo ruolo è quello dell’ispettore Steve Keller, un ruolo talmente cucito su di lui che sarà più volte candidato ai Golden Globe e agli Emmy.

Carriera di produttore

Ha un grande fiuto per i film memorabili! A lui si devono Starman (1984) di John Carpenter con Jeff Bridges, Teneramente in tre (1991) con John Travolta, Face/Off – Due facce di un assassino (1997) di John Woo con Travolta e Nicolas Cage e L’uomo della pioggia (1997) con DeVito e Jon Voight.

I due matrimoni

Il 20 marzo 1977 ha sposato la produttrice Diandra Douglas, dalla quale ha avuto il figlio Cameron, anch’egli attore. Purtroppo il matrimonio, ritenuto longevo e sano, è durato ufficialmente fino al 1° giugno 2000. Douglas, infatti, ha conosciuto l’attrice di 25 anni più giovane, Catherine Zeta-Jones, nell’agosto 1998 al Festival del Cinema di Deauville in Francia. Sposati il 18 novembre 2000, avranno altri due figli, Dylan Michael e Carys Zeta Douglas. Il loro matrimonio è passato alla storia, tra l’altro, per la lunga negoziazione del ricco accordo prematrimoniale che l’attrice ha strappato al futuro marito: in caso di tradimento, lui dovrà pagarle 12 miliardi di dollari.

Parafrasato:

Il 20 marzo 1977 ha sposato la produttrice Diandra Douglas, dalla quale ha avuto il figlio Cameron, anch’egli attore. Purtroppo il matrimonio, ritenuto longevo e sano, è durato ufficialmente fino al 1° giugno 2000. Douglas, infatti, ha conosciuto l’attrice di 25 anni più giovane, Catherine Zeta-Jones, nell’agosto 1998 al Festival del Cinema di Deauville in Francia. Sposati il 18 novembre 2000, avranno altri due figli, Dylan Michael e Carys Zeta Douglas. Il loro matrimonio è passato alla storia, tra l’altro, per la lunga negoziazione del ricco accordo prematrimoniale che l’attrice ha strappato al futuro marito: in caso di tradimento, lui dovrà pagarle 12 miliardi di dollari.

In altre parole, se Douglas tradisce la Zeta-Jones, dovrà sborsare ben 12 miliardi di dollari. Ahi.

Ritirarsi dalle scene per tre anni? Direi piuttosto un ritiro dal pianeta!

Arrivano gli anni Ottanta e, proprio nel 1980, Douglas ha un brutto incidente sugli sci che lo porta ad assentarsi dal grande schermo per ben tre anni. Ritorna sulla scena accanto a Kathleen Turner e Danny DeVito nell’avventura All’inseguimento della pietra verde (1984) e con il suo sequel Il gioiello del Nilo (1985). Si trova così bene con gli altri due interpreti che nel 1989 decidono di recitare di nuovo insieme nella tragicommedia La guerra dei Roses, grazie alla quale otterrà una nomination ai Golden Globe.

Attrazione fatale e Wall Street sono entrambi ottimi esempi di cosa non fare se si vuole vincere un Oscar.

Il 1987 è stato l’anno del primo successo erotico di Michael Douglas, Attrazione fatale con Glenn Close. Il film è un classico di culto e ha lanciato Douglas come sex symbol. Il successo arriva con un altro titolo, Wall Street di Oliver Stone, per il quale Douglas ottiene l’Oscar come miglior attore protagonista. Golden Globes, David di Donatello e Nastri d’argento sono tutti nelle sue mani. È difficile non rendere omaggio a questo ruolo difficile, amaro, angoscioso, travolgente e pieno di rabbia, perfettamente incanalato nel mondo della finanza.

L’acquirente della Furthur Films raggiunge finalmente la fama con un ruolo da protagonista in Black Rain – Pioggia sporca (1989), ma purtroppo la fama gli dà alla testa e lo spinge all’alcolismo. È costretto a ritirarsi per un lungo periodo di tempo in una clinica di disintossicazione, il Sierra Tucson Center. Uscito dalla clinica, è pronto a lavorare di nuovo e lo fa con un altro storico cult del sesso: Basic Instinct (1992) di Paul Verhoeven, con Sharon Stone, Dorothy Malone e Jeanne Tripplehorn.

Il suo ruolo è quello di Nick Curran, un agente di polizia di San Francisco che si invaghisce di una scrittrice sospettata di omicidio a sfondo sessuale. Per tre quarti del film, Michael Douglas recita nudo e, sebbene alcuni abbiano criticato la sua interpretazione, lascia il segno incarnando un cocktail esplosivo tutto hollywoodiano di erotismo pericoloso e tragedia intangibile.

Sappiamo tutti che Sharon Stone è il sex symbol degli anni ’90, ma senza Michael Douglas, Basic Instinct sarebbe stato impensabile. La sua indimenticabile ossessione, il terrore misto a eccitazione e la sua parlata profonda e fluida sono il perfetto contrasto con il personaggio freddo e caldo di Sharon Stone. Sebbene sia stato nominato agli MTV Movie Awards come miglior attore e miglior coppia, non ha vinto. A dimostrazione che c’era qualcuno peggiore di lui.

Altri film e attività di volontariato

La carriera di Douglas inizia a declinare dopo il suo ruolo di successo in “Un giorno di ordinaria follia”. Accetta ruoli in alcuni film terribili, come “Il presidente – Una storia d’amore” e “Il gioco – Senza regole”. E poi tenta il remake di “Delitto perfetto” di Hitchcock con Gwyneth Paltrow. Ma non riesce ad eguagliare la grandezza del suo lavoro precedente.

Lo stanno quasi mandando in pensione e i nuovi premi lo dimostrano. Tutti onorari: il César e la nomina a messaggero di pace per conto delle Nazioni Unite, che formalizza la missione intrapresa dall’attore attraverso la Michael Douglas Foundations. Si tratta di un’organizzazione no-profit fondata nel 1991 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul disarmo nucleare, la pace tra i popoli, la tutela dei diritti umani e la salvaguardia dell’ecosistema.

Passione per il golf

Stava quasi per rifiutare il ruolo di Wakefield accanto alla seconda moglie in Traffic, ma poi quando il regista ha accettato di riscrivere le sue parti, ampliandole, ha preso parte anche al film. Il cinema non sembra interessarlo più di tanto, si è quasi messo l’anima in pace e ha smesso di inseguire un successo duraturo, preferendo il golf; tanto che ha organizzato il Michael Douglas & Friends Celebrity Golf Event a Palos Verdes, donando il ricavato di 500.000 dollari al Motion Picture and TV Fund, un ente di beneficenza che finanzia i lavoratori dello spettacolo caduti in disgrazia e bisognosi di cure mediche.

Ha accettato alcune piccole parti in serie televisive di grande successo (Will & Grace, 1998, con tanto di nomination agli Emmy) o in film con ruoli da protagonista (Wonder Boys, 2000, con nomination ai BAFTA e ai Golden Globe). Ma si è sempre sentito come il piccolo uomo, quello che era solo felice di essere lì.

Il Cecil B. DeMille

Dopo il serial Freedom – Una storia di noi (2003), interpretato da Michael Caine, Anthony Hopkins, Brad Pitt, Susan Sarandon, Kevin Spacey, Glenn Close, Tom Hanks, Samuel L. Jackson e Tim Robbins, ha recitato con il padre e la madre in Vizio di famiglia (2003). Un vero e proprio affare di famiglia!

In seguito ha vinto il Cecil B. DeMille ed è tornato sul set con DeVito e Sarandon in Solitary Man (2009). Michael Douglas sarà anche un figlio d’arte, ma è alto e forte e si è più che guadagnato il suo posto nel firmamento di Hollywood. È un attore eccellente, mitigato dai crudeli mecha del cinema degli anni ’80, e un produttore di successo.

Lo amiamo quando è inseguito da una Glenn Close dai capelli ricci o quando è sedotto da una sexy Sharon Stone o Demi Moore. Ma ci piace ancora di più quando è accanto a Kathleen Turner e Danny DeVito. Non è carismatico come suo padre Kirk, ma non gliene importa nulla e basa il suo successo su quei segreti dell’ingranaggio cinematografico che suo padre non ha mai colto.

Torna a vestire i panni di Gordon Gekko in Wall Street – Il denaro non dorme mai, sempre sotto l’abile regia di Oliver Stone. Gordon esce di prigione dopo otto anni per insider trading e in carcere ha scritto un libro intitolato “L’avidità è un bene?”. Sarà cambiato o rimarrà il solito sexy, duro e avido?



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