Ma torniamo a parlare di pensioni e nello specifico di quota 100, la misura introdotta nel 2019 che darebbe la possibilità di poter andare in pensione anticipatamente avendo compito 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. Stando a quanto è emerso fino ad ora, alla luce anche delle adesioni attuali, quota 100 sarebbe poco significativa e soprattutto poco attrattiva per le donne.
Effettivamente sulle prime 80.000 domande pervenute in queste settimane, soltanto 22.000 sono state presentate dalle donne. Ma quali sono le motivazioni? Perchè le donne preferiscono non aderire a Quota 100? Optano per altre misure o sono in attesa di maggiori agevolazioni?
Agevolazioni per le mamme
La riforma delle pensioni è giunta al Senato, dove pare siano stati presentati in questi giorni ben 1600 emendamenti per modificare il DL 4/2019, di cui è prevista la sua conversione in legge già per il mese di marzo. Di questi 1600 emendamenti presentati, soltanto 80 sono stati presentati dalla maggioranza ed uno di questi è molto interessante e prevede la possibilità per le lavoratrici con più figlio, di poter accedere alla pensione con un anno di anticipo.
Tra le tante proposte di modifica al Decreto e quindi tra gli emendamenti presentati, spicca quello della Lega che è volta a prevedere uno sconto contributivo che sia pari a 4 mesi per ogni figlio, fino ad un tetto massimo di 12 mesi per l’accesso delle madri lavoratrici alle pensioni di vecchiaia e pensione anticipata. L’emendamento presentato dalla Lega prevede un’altra agevolazione contributiva, ma questa volta spettante soltanto alle mamme dei figli disabili. La richiesta è stata presentata nell’ambito delle audizioni parlamentari. A schierarsi contro Quota 100, definendola una misura insufficiente per le donne sarebbero la CISL CGIL e Uil, secondo cui questa misura andrebbe potenziata partendo da sconti contributivi un po’ come già è stato previsto per l’Ape sociale.
Combinato con Opzione Donna
Il fatto che le donne non siano particolarmente attratte da quota 100, potrebbe anche essere addebitata al fatto che esiste un’altra misura che andrebbe più a tutelarle. Stiamo parlando di opzione donna, ovvero una misura pensionistica anticipata destinata alle lavoratrici che prevede dei requisiti molto più vantaggiosi rispetto a quota 100. Questi requisiti vantaggiosi sarebbero sia sul fronte dell’età, sia su quello contributivo perché basterebbe soltanto aver compiuto 58 o 59 anni e aver maturato 35 anni di contributi, piuttosto che 38 ovvero quelli richiesti da quota 100. Tuttavia nel caso in cui si decida di optare per la misura pensionistica opzione donna, ci sarebbe un taglio dell’assegno che invece non sembra esserci con quota 100. Inoltre,, la lavoratrice che sceglie di andare in pensione con opzione donna dovrà accettare il ricalcolo dell’intera pensione con il sistema contributivo.
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