I potenziali emendamenti alla Legge di Bilancio 2023 potrebbero cambiare notevolmente i requisiti di età per le lavoratrici che lasciano il lavoro. Invece di far dipendere l’età dal fatto che il lavoro sia autonomo o dipendente, ora si tiene conto delle difficoltà economiche e sociali dell’individuo. Se queste modifiche avranno luogo, le lavoratrici potranno lasciare il lavoro all’età di 58 o 59 anni, a condizione che abbiano maturato 35 anni di contributi al sistema entro la fine del 2022. È probabile che il 17 dicembre il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni presti attenzione all’idea avanzata da Enrico Letta del Partito Democratico.
Pensioni opzione donna uscita a 58 anni: come cambiano i requisiti di uscita
Pensioni anticipate con opzione donna 2023, le ultime novità
Enrico Letta ha rilanciato la proposta di introdurre una versione femminile della formula di pensionamento anticipato del 2023 durante la manifestazione di opposizione al programma del governo. Ha esortato Giorgia Meloni a modificare la Legge di Bilancio per includere l’opzione donna e il salario minimo, e a prendere in considerazione le raccomandazioni del Partito Democratico. Se il governo accettasse l’aggiustamento proposto dai Democratici, che offrirebbe riduzioni di età per le donne a determinate condizioni, richiederebbe un ripensamento della misura, nonché una soluzione alle preoccupazioni economiche e finanziarie e una fonte di finanziamento.
Legge di Bilancio 2023, nuove risorse per opzione donna?
Il governo sta cercando di individuare nuove fonti di entrata, che potrebbero rendere i rendimenti pensionistici degli ex lavoratori della pubblica amministrazione e degli ufficiali giudiziari più simili a quelli dei lavoratori del settore privato. Gli eventuali risparmi che ne deriverebbero confluirebbero in un Fondo che verrebbe utilizzato per la riforma delle pensioni del 2024; tuttavia, date le attuali esigenze, Giorgia Meloni potrebbe implementare i fondi per apportare modifiche alla Legge di Bilancio 2023.
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