È stata l’introduzione di quota 100 sembra esserci un dubbio, ovvero se questa misura pensionistica sia incompatibile con la Naspi. Innanzitutto ricordiamo che la naspi altro non è che l’acronimo di nuova assicurazione sociale per l’impiego ovvero un’indennità mensile di disoccupazione. Ci si chiede quindi se nel caso in cui si beneficerà di quota 100, la naspi sia compatibile o incompatibile. Quindi potrebbe capitare che chi ha i requisiti di accesso per poter aderire a quota 100, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi potrebbe perdere il diritto all’indennità. Nella normativa vigente, il diritto di indennità si perde proprio nel momento in cui si raggiunge il diritto alla pensione almeno secondo quelle che sono le regole previste dal decreto numero 4 2019.
In caso di maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o pensione anticipata, si andrebbero a perdere i requisiti per continuare a percepire la Naspi. Ad ogni modo la risposta a questi quesiti arriva direttamente dall’Inps e dal Ministero del Lavoro. Sembra che ci sia un precedente per i lavoratori che eventualmente si possono ritrovare nella particolare situazione. Si fa riferimento nello specifico alla circolare numero 142 2015 dell’INPS ovvero il documento che va a chiarire il fatto che il raggiungimento dei requisiti per opzione donna non rende comunque di fatto incompatibile l’accesso all’indennità.
Il diritto alla naspi quindi si andrebbe a perdere soltanto nel caso di adesione alla misura di opzione donna. Quello che ci si chiede quindi è la stessa cosa possa valere anche per quota 100, oppure se nel caso di pensione di vecchiaia e pensione anticipata, il raggiungimento dei requisiti previsti farà perdere in automatico la possibilità di ricevere l’indennità mensile di disoccupazione chiamata Naspi. Restano Tuttavia ancora dei dubbi sull‘incompatibilità di quota 100 con la naspi e si resta in attesa di una comunicazione da parte dell’INPS oppure del ministero del lavoro, ma tutto pare faccia pensare che effettivamente le due misure siano incompatibili.
Naspi
Si tratta di una indennità di disoccupazione che è stata introdotta dal Jobs Act ed è riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti in caso di cessazione involontaria dell’attività lavorativa e nel 2005 ha sostituito le vecchie prestazioni economiche esistenti. La naspi è erogata dall’INPS per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Non vengono calcolati i periodi contributivi che hanno già dato Diritto delle prestazioni di disoccupazione. Anche per quest’anno vanno le stesse regole degli anni precedenti quindi nessuna variazione sembra esserci stata.
Le domande per quota 100 sono salite a 70mila
Si mette male per il reddito di cittadinanza. Dopo l’attesa interminabile per il decreto di nomina, che ha scatenato ogni forma di sospetto, dal boicottaggio da parte del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, alla possibilità non peregrina che il provvedimento fosse scritto coni piedi e quindi non applicabile, ieri il sub commissario all’Inps in pectore, Francesco Verbaro, il nome scritto nero su bianco nel foglio rimasto fermo a Via XX Settembre, è saltato a sorpresa. Nelle ultime ore si era parlato anche di una presunta incompatibilità di cariche per Verbaro, che ha avuto e ha ancora rapporti di consulenza con diverse casse previdenziali private. Circostanza espressamente vietata dal decreto legislativo 165/2001, dove si esclude la possiblità di essere nominato alla guida di enti per chi ha avuto negli ultimi due anni rapporti di collaborazione o consulenza con organizzazioni sindacali, partiti o organismi che fanno capo alle parti sociali. Sembra, invece, che il suo ritiro dai vertici dell’Inps sia in realtà dovuto a motivi personali.
La questione è arrivata alla riunione di Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria. A quanto si apprende, sarebbe già spuntato il nome di un possibile sostituto, una carta che al momento resta coperta, mentre, secondo fonti di governo M5S, non sarebbe sul tavolo il nome di Mauro Nori, caldeggiato dalla Lega nelle settimane scorse. Nel corso del vertice, viene riferito dalle stesse fonti, sarebbe stato fatto il punto solo sul decreto per i truffati delle banche e sul nodo Inps. Nessun passaggio su altre nomine attese a stretto giro di posta, vale a dire Fincantieri, Snam, Italgas. Su Fincantieri, rimasta dunque fuori dal tavolo di Palazzo Chigi, le posizioni tra Lega e M5S sarebbero al momento distanti: si lavora a una mediazione. Una delle ipotesi accarezzata dai 5 Stelle, viene spiegato da fonti qualificate, sarebbe quella di riservare all’attuale ad, Giuseppe Bono, il ruolo di presidente con ampie deleghe da affiancare a un nuovo ad. Mal’offerta sarebbe stata rispedita al mittente dallo stesso Bono, che, in questo, avrebbe l’appoggio della Lega, decisa a lasciare la situazione ai vertici di Fincantieri invariata alla luce dei risultati messi a segno dall’attuale gestione.E anche tra i 5 Stelle si fa spazio la convinzione che difficilmente si potrà incidere sui vertici dell’azienda pubblica della cantieristica navale. Malgrado il possibile accordo politico, il nome del sub commissario che dovrebbe affiancare il commissario Pasquale Tridico all’Inps ancora non è uscito fuori. Il che significa che, visti i tempi strettissimi (la data d’inizio per la presentazione delle domande è fissata per il 6 marzo), il reddito di cittadinanza potrebbe partire senza un capo dell’istituto che dovrebbe fare tutti i controlli ed erogare il sussidio. Se l’obolo grillino traballa, procede, invece, a gonfie vele quota 100. Ammontano già a 70.910, secondo i dati forniti dall’Inps, le domande arrivate per accedere al pensionamento con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.
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