Dove vedere Siviglia Lazio, diretta tv e streaming
La partita che si giocherà questa sera 17 Febbraio 2019 alle ore 18:00, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.
Rojadirecta Siviglia – Lazio
ROJADIRECTA Siviglia – Lazio – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.
Tribune rosse, a precipizio sul campo. La forma quasi tondeggiante. Sembra un’arena, modello Plaza de Toros. Vuoto, lo stadio Ramon Sanchez Pizjuan, fa impressione. Figuriamoci quando si riempie. Un solo, piccolo, spiraglio. Sono annunciati 30 mila spettatori e ne servirebbero altri 15 mila per il sold out. L’anticipo alle 18, in pieno orario di lavoro, dovrebbe agire da freno, anche se qui tutti annunciano una bolgia e sono convinti che la Lazio non abbia scampo. Inzaghi quasi si sente più leggero e spensierato.
Il gol di Ben Yedder all’Olimpico, gli infortuni a catena, le preoccupazioni per il Milan e la Roma in arrivo, è come se gli avessero tolto pressioni. Tutti sono proiettati verso le prossime partite e ritengono quasi un disturbo questa trasferta andalusa. Simone e i suoi giocatori, invece, all’interno dello spogliatoio di Formello si sono confrontati e hanno gettato le basi per una reazione forte. Non hanno digerito Marassi. Ci proveranno senza calcoli, dando l’anima, cercando una notte di gloria e da consegnare alla storia della Lazio. Tenteranno l’impresa perché ne hanno un disperato bisogno in un periodo così delicato. E hanno promesso al tecnico 90 minuti pieni di coraggio, di rabbia, di cattiveria agonistica. «Ci arriviamo arrabbiati, avevamo giocato un’ottima partita a Marassi, ma le partite vanno chiuse. Il rimpianto c’è per il risultato, non per le prestazioni. Ci servirà da lezione. Ora siamo qui per tirare fuori una grande partita e sono sicuro che ce la giocheremo al 100 per cento» l’urlo di Inzaghi. E’ convinto di rialzare la testa nella notte più complicata. «Dovremo segnare due gol, servirà una partita coraggiosa, da interpretare con personalità».
LE MOSSE. Dagli schiaffi si può tirare fuori l’orgoglio e non farsi mettere sotto nell’ultimo quarto d’ora, come tante volte è accaduto alla Lazio. Occhio alla velocità degli spagnoli. Verticalizzano e ribaltano il gioco con due o tre passaggi. Inzaghi e i suoi collaboratori in poche ore hanno cercato i rimedi. «Il Siviglia vive di ripartenze, dovremo fare più attenzione sapendo che qualche volta le prenderemo, ma ci siamo preparati nonostante non ci fosse tempo. Hanno avuto un giorno in meno anche gli spagnoli». Le mosse dovranno essere trasformate in pratica. Non è scontato. Simone si è lamentato per le critiche ricevute a proposito del cambio Romulo- Leiva a Marassi. «La partita è lunga, sappiamo di dover segnare due gol, ma i padroni di casa troveranno una Lazio piena di personalità. Dovremo essere bravi a indirizzare gli episodi, una partita puoi interpretarla bene per 80 minuti come è successo a Genova nonostante l’emergenza, i moduli, i cambi che possono essere ritenuti giusti o sbagliati. Un allenatore, quando ha in mente qualcosa, lo fa. La palla di cristallo non ce l’ha nessuno, bisogna vedere e decidere. Giudicare è più facile, mi dispiace per il risultato, ma non è detto che quel cambio sia stato determinante».
PERSONALITA’. Parolo ha recuperato e insidia Cataldi nel blocco dei titolari, Milinkovic dovrebbe ripartire dalla panchina, Immobile viaggia verso la conferma ed è aperto il ballottaggio tra Caicedo e Correa, come ha ammesso Simone. «L’impiego di Caicedo lo sto valutando, credo parta titolare, ma deciderò in mattinata. Immobile sta sempre meglio. Correa sembra stia bene. Vedremo». In attesa che la maga di Belgrado gli restituisca almeno un difensore per il Milan. «L’emergenza infortuni è stata valutata, lo sforzo dei 120 minuti con l’Inter va tenuta presente, giocare 3 partite in 6 giorni per la concomitanza del rugby ci sono stati traumi come a Parolo e Leiva. A volte dall’emergenza si tirano fuori cose interessanti, a Marassi ho visto una squadra di personalità». E da quella, più o meno, si ripartirà a Siviglia.
Siviglia attrae e spaventa Clima primaverile, ma l’aria è scura, da corrida e combattimento. A Siviglia con paura, sotto assedio, in mezzo a rischi, pericoli, trappole e mille agenti in assetto anti-sommossa. Il dispiegamento di forze di Polizia è stato previsto in gran numero per blindare le zone che confinano con lo stadio Ramòn Sànchez-Pizjuàn. Le misure di sicurezza sono ingenti, anti-guerriglia, anti-presagi. Si temono scontri. Il piano è stato messo a punto durante il vertice svolto ieri tra i rappresentanti della Digos e la Polizia locale: è stato presieduto nientemeno che dal sottosegretario del governo spagnolo. Cesar Toscano. Da 24 ore sono sorvegliati il centro cittadino e le vie del fiume Guadalqivir. Secondo infuocate indiscrezioni sevillane alcuni ristoranti del centro preparano la serrata per oggi, sono stati avvertiti di possibili scontri. «Meglio chiudere», è stato il consiglio. Si respira un clima di vendetta dopo l’accoltella- mento dei tre spagnoli avvenuto mercoledì scorso a Roma, nel rione Monti. Era la vigilia di Lazio-Si- viglia, match di andata.
GLI ARRIVI. Sono attesi circa 1.000 laziali (935). Alcuni sono arrivati ieri, si sono imbarcati a Fiumicino, sono stati i più fortunati. Chi era in partenza da Ciampino è stato bloccato dall’incendio che ha costretto all’evacuazione e alla chiusura dell’area partenze. Da Ciampino dovevano decollare alcuni capi della Nord. Gli altri arrivi erano previsti per oggi. C’è chi ha prenotato la trasferta dal giorno del sorteggio (17 dicembre), l’ha confermata, è stato sfiorato dal pensiero di evitare il viaggio. Qualcuno ha fatto base a Malaga, dista circa 200 chilometri, arriverà a Siviglia prima della partita. La giornata di ieri è filata liscia. Non è poco, non è tutto. Le preoccupazioni non sono cessate, tutt altro. La partita si giocherà alle 18, l’allerta sarà massima per l’intera giornata visto che il rientro dei tifosi biancocelesti è previsto domani. Le vie del centro, i luoghi simbolo di Siviglia e le vie della movida sono le zone più a rischio. Pesano i fatti di Roma, pesano le scritte minacciose e offensive apparse sui muri di Siviglia e del rione Monti: sono state lette come dichiarazioni di guerra. Pesa la rivalità politica, contrappone le due tifoserie.
ILMEETING POINT. La Lazio ribadisce di prestare «massima attenzione», ha riformulato le indicazioni da seguire. Per ragioni di sicurezza, si legge nella nota informativa, si rende «necessario il concentramento dell’intera tifoseria laziale presso il meeting point organizzato nel parco “Los Jardines de Murillo” a partire dalle 15. Il meetingpoint è situato alle spalle del Reai Alcazar, vicino alla famosa Plaza de Espana e dista circa 15 minuti a piedi dallo stadio». Dal meeting point la tifoseria laziale sarà protetta e scortata verso lo stadio. Gli spagnoli lo raggiungono a piedi ecco perché i tifosi laziali sono stati invitati a raggiungere l’impianto percorrendo Aveni- da Eduardo Dato, culmina proprio nel settore Ospiti, è contrassegnato dai numeri 10,11 e 12. La zona antistante sarà presidiata dalla polizia e dagli steward spagnoli, ma non sarà materialmente separata dai settori locali. E’ consigliato di evitare «camminate isolate».
Un conto aperto da quattro anni. E che è giunto il momento di chiudere una volta per tutte. Il Siviglia, per Milan Badelj, è la squadra che gli ha negato la gioia di giocare una finale di coppa europea. Accadde appunto quattro anni fa, maggio 2015. La Fiorentina, in cui il croato giocava da quella stagione, arrivò fino alla semifinale, dove il cammino s’interruppe per mano della formazione andalusa, che poi avrebbe vinto contro il Dnipro pure la finale. Un doppio confronto che si risolse già nel match di andata, giocato al Sanchez-Pizjuan. Gli andalusi s’imposero per 3-0, risultato che la Viola nel match di ritorno non provò neppure a ribaltare, tanto che finì con un altro successo degli spagnoli (questa volta per 2-0).
RIECCOCI Nel frattempo è successo di tutto, sia per il Siviglia sia per Badelj. Che una finale, e di Coppa del Mondo, l’ha raggiunta, la scorsa estate con la Croazia. Ma quella delusione provata con la Fiorentina gli è rimasta qua. Ed anche per questo il suo mancato utilizzo nella gara di andata a Roma lo ha lasciato parecchio interdetto. Stasera al Sanchez- Pizjuan avrà però l’occasione tanto attesa. Giocherà titolare per la seconda partita di fila, dopo la bella prova (con gol e traversa) fornita a Marassi. La prima prestazione davvero convincente fornita in biancoceleste. Ed anche per questo (e non solo perché Leiva non è ancora al meglio) Inzaghi affiderà a lui le chiavi del centrocampo in quella che potrebbe diventare la sera più esaltante della stagione laziale. «Al passaggio del turno crediamo fortemente – promette Badelj -, non c’è neanche bisogno di dirlo. Ribaltare lo 0-1 non sarà facile, ma anche il Siviglia ha dei punti deboli e anche loro non sono in un grande momento. Conterà molto l’approccio e servirà avere tanta lucidità nelle situazioni più delicate della partita». Badelj in campo, Leiva in panchina. «Io non ho alcun problema a giocare con Lu- cas, come lui con me. Però va detto che questo modulo (il 3- 5-2, ndr) prevede un solo regista, per questo non capita spesso di giocare entrambi». Sarà così anche oggi. Ma poi nel corso della partita è facile che ci saranno tutti e due. Perché stavolta più che i moduli conteranno gli uomini.
Cara, vecchia Europa League. Pablo Machin, tecnico del Siviglia, non dice proprio così, ma quasi. In Spagna per la sua squadra il momento è quello che è: un punto nelle ultime tre partite di Liga, tre schiaffoni dal Villarreal che ancora bruciano sul viso. L’unica certezza degli ultimi giorni è T1-0 di giovedì scorso all’Olimpico, e il fatto che appena si riaffaccia in Europa il suo Siviglia sa cambiare faccia. «E lo sapremo fare anche stavolta – dice il tecnico – perché sappiamo rialzarci. Abbiamo passato momenti peggiori e davanti a noi c’è una competizione che ci è molto cara. La Lazio l’abbiamo già battuta, giocheremo ancora per vincere, senza calcoli: è la cosa più intelligente da fare».
AVANTI CON IL 3-5-2 Machin parla e a volte sembra quasi di risentire Inzaghi. Rimpianti e convinzioni tattiche, assenti e motivazioni: «Nelle ultime partite abbiamo creato più di quello che abbiamo subito, ci è mancata concretezza. Però a chi mi chiede se non sia il caso di cambiare sistema di gioco, rispondo che siamo arrivati fin qui con il 3-5-2, l’atteggiamento con il quale ci sentiamo di più a nostro agio, in campo. E le alternative sono appunto alternative: lo dice la parola stessa. Le tante assenze della Lazio? Mi preoccupo delle nostre, senza dimenticare che loro hanno un vantaggio: vengono qui senza niente da perdere. E’ difficile che io chieda qualcosa ai tifosi, ma stavolta il loro aiuto sarà importante. Anzi, super importante».
LA FORMAZIONE E’ quanto pensa anche Roque Mesa («Passiamo il turno noi, ci aiuterà il Pizjuan»), favorito rispetto ad Amadou per sostituire lo squalificato Banega: sembra l’unico vero dubbio per Machin, per il resto orientato a confermare la formazione dell’andata, con la coppia offensiva André Silva-Ben Yedder.
Quelli che a Siviglia… ci sono già stati. Non solo Immobile, che è l’ex più atteso. C’è anche Correa, che nel club andaluso ha giocato nelle ultime due stagioni. Ci sarebbe stato anche Luis Alberto, che nel settore giovanile del Siviglia è cresciuto (per questo ha tentato un recupero in extremis, ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca). E poi c’è Patrie. Che nel Siviglia non ha mai giocato, ma che è spagnolo e che a Siviglia è stato varie volte quando giocava nelle giovanili del Murcia prima e del Villarreal dopo. Per l’ex giocatore del Barcellona B sarà quindi una serata speciale. Giocare nel proprio Paese è sempre un’emozione speciale, avrà gli occhi puntati addosso. Lo attende tra l’altro un compito particolarmente difficile. Per ché vista la penuria di difensori (Bastos, Luiz Felipe e Wallace sono sempre fermi ai box) Inzaghi lo schiererà come difensore centrale di destra per la seconda partita consecutiva dopo quella di domenica a Genova. Non è il suo ruolo (lui è un esterno), ma grazie alla tenacia e all’applicazione ha dimostrato di sapersela cavare bene anche nel cuore della retroguardia. Certo quello che lo attende stasera sarà un banco di prova tremendo.
ATTESA CORREA Partita spe ciale pure per Joaquin Correa. L’attaccante torna nello stadio che lo ha visto protagonista nelle ultime due stagioni. Una emozione che ha cominciato ad assaporare già ieri quando è arrivato al Sanchez-Pizjuan per il walk around della vigilia di partita. Gli addetti allo stadio lo hanno abbracciato calorosamente. Stasera il clima sarà meno amichevole, anche se lui si è lasciato bene con l’ambiente andaluso. Uno scherzetto alla sua ex squadra lo farebbe però volentieri. Come si augurano i circa mille tifosi biancocelesti al seguito della Lazio, molti dei quali arrivati a Siviglia già ieri.
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