TORINO-PALERMO: CANALE TV E DIRETTA STREAMING
- Partita: Torino-Palermo
- Data: 06-08-2022
- Orario: 21.15
- Canale tv: Italia Uno
- Streaming: Mediaset Infinity, Sportmediaset.it
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Nel segno dell’indifferenza. Ma con un malumore diffuso, soprattutto per un mercato in gravissimo ritardo rispetto a ciò che chiede l’allenatore, per ammissione dello stesso presidente Cairo. L’estate granata non sarà certo da ricordare, sotto nessun punto di vista. A partire dalla lunga lista di addii
(Belotti che lascia il Toro senza nemmeno salutare, Bremer ceduto alla Juventus, Mandragora che rinforza la Fiorentina, ma anche Pobega che torna al Milan e Praet di nuovo al Leicester), passando per la furibonda lite in mondovisione fra Juric e Vagnati, fino ad arrivare alle operazioni del mercato in entrata che procedono a rilento (il mea culpa di Cairo di giovedì a Quatto dio ha gettato solo benzina sul fuoco). Ci sono tanti ingredienti che renderanno Toro-Palermo una gara seguita, ma dai tifosi ospiti. Saranno circa 800 i rosanero nel loro settore, mentre i granata sperano di arrivare almeno a quota 7.000 spettatori. Un numero comunque storicamente basso in questo periodo: ad agosto la città si svuota e la Coppa Italia non cattura un grandissimo interesse, ma è una tendenza piuttosto ricorrente. Ormai lo sta diventando anche l’indifferenza della gente: davvero pochissime le persone che sono rimaste vicino alla squadra nel doppio ritiro austriaco, sintomo di uno scollamento palese dei tifosi nei confronti dell’operato della società.
In ogni caso, i presenti saranno dalla parte di Juric e dei giocatori, questo è certo. Ormai è un dato di fatto: il tifo è un fattore quando il pubblico è numeroso, perché dall’arrivo del tecnico croato il popolo ha riconosciuto i valori espressi sul campo dalla squadra. Anche in ritiro il Toro ha fatto bene in quasi tutte le amichevoli disputate, segnale inequivocabile di quanto tutto l’ambiente si senta pienamente coinvolto dalle idee di Juric. Quella col Palermo è una partita da non sbagliare: sia sul piano della prestazione che su quello del risultato. Troppo importante passare il turno, ma sarà ancor più essenziale evitare figuracce come quella della passata stagione sempre al primo turno di Coppa Italia contro la Cremonese, quando servirono i calci di rigore per domare una compagine di una categoria inferiore. Il Toro è sul pezzo e la gente lo sa. Una toccata e fuga in città oggi la farà anche Cairo: per guardare la partita e per un summit di mercato in tarda serata. Il presidente verrà contestato? Possibile, all’esterno e anche all’interno del Grande Torino, che però si preannuncia praticamente deserto. Il mercato finora non ha stuzzicato la fantasia dei tifosi, sempre più freddi e remissivi. Tranne quando il Toro scende in campo: da lì in avanti il sostegno, per novanta minuti più recupero, è vitale.
Provarci, perché in fondo c’è poco da perdere. Dopo aver eliminato la Reggiana nel turno preliminare rispettando il pronostico, il Palermo stasera proverà a ribaltarlo contro il Torino. Missione impossibile sul- la carta, ma i rosanero non arriveranno all’Olimpico da vittime sacrificali. Vero che in panchina c’è un tecnico ad interim, vero che la squadra è ancora un cantiere, ma proprio quell’esordio vincente di domenica scorsa fa ben sperare. E a suonare la carica è Stefano Di Benedetto, il tecnico della Primavera che all’improvviso ha trovato la ribalta per le dimissioni di Silvio Baldini, che la società ga finalmente deciso di sostituire con Eugenio Corini: oggi è prevista la fumata bianca e lunedì il nuovo allenatore comincerà a lavorare con la squadra.
«La vittoria con la Reggiana ci ha dato nuove energie e maggiore consapevolezza di noi stessi, delle nostre qualità e dello spirito di squadra che c’è – fa notare Di Benedetto -. Al- zare il morale e alimentare la condizione erano le due cose più importanti per trovare le motivazioni giuste per le prossime sfide. Ed è andata proprio così». Un toccasana in vista di un impegno che sarà proibitivo. «A Torino incontriamo un avversario di categoria superiore con un’indole aggressiva, sia sul pro- filo tecnico sia fisico. Ma la differenza di categoria non deve far paura, anzi è proprio l’occasione ideale per portare noi stessi a un li- vello superiore. Una buona prestazione a Torino porterebbe ulteriore autostima. E per questo dobbiamo es- sere bravi a metterli in difficoltà, vincere i duelli e affrontare ogni palla con co- raggio». Di Benedetto dovrà fare a meno di Valente, lo stakanovista della squadra, che s’è fatto male ad un gluteo, al suo posto dovrebbe giocare, Elia, uno dei volti nuovi. Posto an- che per altri due degli ulti- mi arrivati: Nedelcearu al centro della difesa e Sala a sinistra.
Nel corso degli anni, per scelta o per necessità, la Coppa Italia è divenuta per lo più la vetrina delle seconde linee, almeno fino a quando il tabellone non si allinea alle semifinali e nell’aria inizia a diffonder- si il profumo di un trofeo. Il Torino, questa sera all’esordio stagionale nei trentaduesimi di finale contro il Palermo, non farà eccezione a quella che è diventata quasi una regola. E non lo farà per scelta, Juric. Bensì per necessità. Perché l’organico nelle mani del tecnico croato è ampiamente incompleto e, per di più, ammaccato da qualche acciacco di troppo nel corso del precampionato.
Così, a una settimana soltanto dall’inizio della Serie A, sa- ranno numerose le seconde linee in campo nella prima uscita al Grande Torino. O meglio: l’undici iniziale sarà infarcito di elementi che, nella testa di Juric, durante l’anno dovranno ricoprire il ruolo di alternative, ma che in questo momento – per necessità, appunto – vantano i galloni dei titolari inamovibili per mancanza di concorrenza. Ma questo è un altro discorso: citofonare Vagnati, a maggior ragione dopo le rassicurazioni di Cairo su imminenti rinforzi. Per quanto riguarda il campo, invece, per tanti l’occasione sarà d’oro: per mettersi in mostra fin dalla prima occasione e per scalare le gerarchie. I maggiori motivi d’interesse, in particolare, si annidano sulla trequarti.
E, nello specifico, intorno alla figura di Radonjic. Vuoi perché sulla carta rappresenta uno dei profili più estrosi in rosa, di quelli in grado di accende- re la luce negli ultimi ven- ti metri, come già lascia- to intravedere nelle ulti- me settimane, soprattutto con la doppietta recapitata in amichevole ai campioni di Turchia del Trabzonspor. E vuoi perché, salvo colpi di scena, sarà l’unico volto nuovo in campo di fronte ai rosanero del tecnico ad interim Di Benedetto. Lazaro, appena sbarcato al Filadelfia, dovrebbe infatti partire dalla panchina, mentre Bayeye a breve potrebbe partire e basta, come suggerito proprio dal successivo innesto dell’austriaco di proprietà dell’Inter.
Al fianco di Radonjic, invece, spazio a un altro profilo intrigante come quello di Seck: il ventunenne senegalese ha mostrato qualche col- po interessante da gennaio in poi a Torino, ma i 142′ trascorsi in campo rappresentano un’area d’indagine troppo ridotta per trarre conclusioni. Per questo, anche per lui, la partita di questa sera varrà più di una semplice qualificazione ai sedicesimi di finale, per quanto anche un simile traguardo in casa granata non possa oggi essere sottovalutato: mancare il pass per il turno successivo di fronte a una neopromossa in Serie B, infatti, rischierebbe concretamente di deprimere un ambiente già ben poco radioso, tra continue contestazioni alla proprietà e una campagna abbonamenti al rilento. Conseguenze, queste ultime, anche di un mercato finora ampiamente deficitario.
Per chi è e per chi non è arrivato, ma anche per chi è uscito. La squadra di Juric, infatti, si presenta oggi indebolita dagli ad- dii contestuali del vari Bremer, Mandragora, Pobega, Praet, Brekalo. E Be- lotti. Ecco: quella di questa sera sarà anche, se non soprattutto, la prima partita del Torino senza il Gallo da sette anni a questa parte. Al suo posto – anche qui per mancanza di alternative, tra un Pellegri acciaccato e un Zaza fuori dal progetto – ci sarà Sanabria, supportato sugli esterni verosimilmente da Singo a destra e Aina a sinistra. In mezzo al campo scelte obbligate con il tandem Lukic-Ricci dal primo minuto, in difesa – di fatto – anche. A preoccupa- re è soprattutto la lacuna lasciata al centro della linea a tre da Bremer: il brasiliano non è ancora stato sostituito e le sue giovani alternative, Zima e Buongiorno, sono alle prese con rispettivi problemi fisici. Così, in mezzo, dovrebbe agire l’adattato Djidji, con Rodriguez a sinistra e Izzo chiamato a sua volta a stringere i denti a destra, completando il reparto a scudo della porta di cui Berisha è candidato numero uno a di- fendere i pali. Per un Tori- no sperimentale, ma solo fino a un certo punto.
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