Torniamo a parlare del delitto Garlasco e nello specifico di Alberto Stasi. Quest’ultimo pare fosse il fidanzato della vittima ovvero Chiara Poggi che è stata uccisa nel delitto di Garlasco il 13 agosto del 2007. Alberto si trova nel carcere di Bollate accusato di omicidio. Ma chi è quest’ ultimo e che cosa conosciamo di lui?
Delitto Garlasco, chi è Alberto Stasi
Il giovane è nato a Sesto San Giovanni il 6 luglio 1983 e per questo che oggi ha 38 anni. È nato da Nicola Stasi e Elisabetta Ligabò. La famiglia di Nicola è originario di Ruvo di Puglia e pare che i due si siano conosciuti a Milano. È stato accusato dell’omicidio di Chiara Poggi. Quest’ultima sarebbe morta a causa di un colpo inferto con un oggetto contundente mai identificato, molto probabilmente un martello. Sì è ipotizzato che la giovane fosse a conoscenza di alcuni fatti non noti della vita del suo fidanzato e per questo motivo quest’ultimo avrebbe ucciso Chiara. Alberto è stato anche imputato di essere in possesso di materiale pedopornografico. E’ stato accusato di omicidio in primo e secondo grado.
L’omicidio
Era la mattina del 13 agosto 2007 a quando Chiara si trovava in casa da sola mentre i genitori e il fratello si trovavano in montagna. Molto probabilmente la vittima pare conoscesse il suo assassinio visto che non sono stati evidenziati segni di effrazione. La giovane vittima avrebbe quindi aperta la porta e pare si trovasse ancora in pigiama. A dare l’allarme è stato il fidanzato di Chiara ovvero lo stesso Alberto Stasi. Sulle sue scarpe e sui vestiti non sono stati ritrovati segni ne alcuna traccia di materiale ematico. Ad ogni modo, il 24 settembre 2007 è stato disposto l’arresto per il giovane studente di economia.
Il processo e la condanna
Poi il 28 settembre dello stesso anno poi è stato scarcerato Su ordine del giudice per le indagini preliminari per insufficienza di prove. Il 17 dicembre 2014 nel processo d’appello bis è stato condannato a 24 anni di reclusione. Il 12 dicembre 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza bis della Corte d’Appello di Milano condannando in via definitiva il giovane a 16 anni di reclusione. I genitori pare abbiano sempre creduto all’innocenza del figlio. “Io ho sempre creduto nell’innocenza di mio figlio. Mio figlio e Chiara si volevano bene. Nessun processo potrà convincermi del contrario. Non ho mai pensato un solo minuto che Alberto potesse averle fatto del male”. Queste le parole della madre.
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