Si continua a parlare del reddito di cittadinanza e sembra che proprio nelle scorse ore, il vicepremier Luigi Di Maio oggi ha presentato la prima Card ribadendo che i beneficiari dell’assegno, saranno ben 5 milioni di Italiani. Tuttavia la potenziale platea dei beneficiari di questa misura si assottiglia ancora rispetto a quelle che erano state le previsioni originarie. L’Istituto Nizza Mistica parlerebbe di una platea che ammonta a 2,7 milioni di beneficiari mentre l’INPS ancora meno, ovvero 2,4 milioni, numeri che sarebbero stati smentiti dal consigliere di Di Maio ovvero Pasquale Tridico, il quale sostiene che questi sono stati elaborati su un database meno affidabile di quello del Ministero del Lavoro. Inizialmente e dunque quando i Cinque stelle iniziarono a ragionare sulla possibilità di introdurre il reddito di cittadinanza, pare che si parlasse di circa 9 milioni di Italiani per una spesa di 17 miliardi, Ma poi poco prima della scrittura della legge di bilancio questa cifra è scesa a 6,5 milioni di Italiani, per una spesa pari a 10 miliardi e dopo il via libera al Decreto la stima è rimasta a 5 milioni.
Ad ogni modo però, i numeri effettivi sembrano mettere ancora differenti se si parla di 1,2 milioni di nuclei familiari come beneficiari per circa 3,5 milioni di possibili percettori. Le stime dell’INPS però sembrano essere meno ottimistiche. Nello specifico l’istituto di previdenza parla di una platea di beneficiari potenziale di 1,2 milioni di metri per 2,4 milioni di persone. A parlare è stato quindi Pasquale Tridico il consulente del ministero e papabile futuro presidente dell’INPS il quale ha dichiarato: ” La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza così come scritto nella relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria riguarda una stima di adesioni all’85% per circa 1,3 milioni di famiglie (e circa 4 milioni di persone)».
Sembrerebbe più dettagliata la stima che è stata fatta dall’Istat, secondo cui l’assegno andrà ad una platea complessiva di 1,308 milioni di famiglie. Ad essere i principali beneficiari di queste misure saranno le casalinghe e disoccupati e oltre un quarto dell’intera Platea, saranno persone in Italia lavoro. Il sussidio verrà erogato soltanto per oltre la metà delle famiglie che sono residenti nel Mezzogiorno e avrà anche un importo che ammonta a €5045 l’anno. Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza ci saranno anche i nuclei familiari che sono composti da solo cittadini italiani e che rappresentano la maggioranza, ovvero circa 81% del totale, ma ci sono anche i nuclei formati da solo da stranieri e questo è molto meno 150 mila.
I principali beneficiari saranno anche i single, almeno secondo l’Istat saranno il 47,9% e oltre la metà, secondo quanto riferito dall’INPS, riceveranno un sussidio pari a €4469, poi ci sono le famiglie con un solo componente e poi le famiglie con i figli minorenni che percepiranno un sussidio più basso delle famiglie con figli maggiorenni.
Reddito di cittadinanza, apre il sito web Di Maio: «È una misura di equità»
«Ecco la numero uno— dice Luigi Di Maio —: un po’ come la “Numero Uno” di Zio Paperone». Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è emozionato mentre sul palco dell’Auditorium Enel di Roma scopre la teca che contiene la prima card del reddito di cittadinanza. «La prima di tre milioni: sono tutte numerate e non possono essere usate per il gioco d’azzardo ». E ringrazia «Poste Italiane per il lavoro in tempi record » che ha permesso di realizzare, «rispettando il crono programma », la carta di credito ricaricabile gialla (su modello della Poste Pay) dove ogni mese verrà caricata la cifra per spendere il reddito di cittadinanza. Con il lancio ufficiale del sito (www.redditodicittadinanza. gov.it) online da ieri pomeriggio entra nel vivo la misura di sostegno cara ai Cinquestelle.
Ma sulla pagina web istituzionale ci sono solo informazioni, per ora. Le richieste per ottenere il sussidio potranno partire non prima del 6 marzo («non affollatevi tutti quel giorno però», sorride Di Maio). Poco importa. È una «giornata di grande orgoglio» per il vicepremier che invita sul palco a celebrare anche il premier Giuseppe Conte: «Siamo tutti orgogliosi, il reddito di cittadinanza è una conquista di civiltà e una misura di equità civile, mi auguro— dice Conte—che anche gli altri Paesi studino la nostra riforma». Felice pure l’altro vicepremier, Matteo Salvini: «È utile mettere soldi in tasca a milioni di italiani il governo deve dare, non prendere ». Di Maio parla di «una fiducia che si ristabilisce tra Stato e cittadini» e di «un investimento sull’economia interna » con «risorse che «si rimettono in movimento e avranno una ricaduta anche sui territori».
Ma i territori sono preoccupati. Le Regioni in primis. Saranno loro a dover gestire tutto il meccanismo del reddito sul campo, dalla riorganizzazione dei centri per l’impiego alle politiche attive per il reinserimento nel mondo del lavoro. Ancora una volta, attraverso la commissione Lavoro, la Conferenza delle Regioni chiede quindi «chiarezza» al ministro Di Maio: «Non siamo disposti ad accettare pasticci o soluzioni improvvisate — spiega la coordinatrice Cristina Grieco —: confermiamo la volontà di collaborazione per fare sì che il beneficio arrivi presto ai cittadini aventi diritto nei tempi e nelle modalità previste dal decreto », però, «su questo tema c’è confusione». A che punto, ad esempio chiedono le Regioni, «sono le assunzioni nei centri per l’impiego? Che ruolo avranno i 6 mila navigator? A chi risponderanno?». Si sa che saranno assunti da Anpal Servizi, ma il bando non c’è, forse arriverà tra due settimane. E i decreti attuativi non sono ancora stati emanati.
È una corsa contro il tempo. Le prime card del reddito sono previste già in aprile. La Corte dei Conti chiede un «attento monitoraggio della spesa» e pure il presidente Inps Tito Boeri è cauto e invita a «rinviare l’avvio operativo del reddito» per dubbi sull’Isee: «Sarebbe opportuno accelerare il più possibile l’avvio dell’Isee precompilato », perché «in assenza di controlli ex ante, si rischia di dover poi essere chiamati al recupero di somme ingenti da parte di chi non soddisfa i requisiti». Ma Boeri, che sta per lasciare l’Inps e conferma il ritorno all’insegnamento («non mi candiderò»), non lesina anche critiche a tutta la misura a firma 5 Stelle: «Gli effetti di scoraggiamento al lavoro sono rilevanti». Secondo i dati Inps, infatti, il 45% dei dipendenti privati del Mezzogiorno ha redditi di lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal reddito. E su Quota 100 ecco le prime cifre: «Arrivate 18 mila domande di pensionamento anticipato, di cui un terzo da dipendenti pubblici e molte domande da non occupati del Sud».
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