Riguardo le pensioni di invalidità, ci possono essere dei casi in cui l’INPS chiede la restituzione dell’assegno attraverso l’invio di una lettera. Ma quando accade la richiesta di restituzione dell’ assegno sociale e dunque in quali casi l‘INPS invia la lettera per chiedere restituzione? Innanzitutto va chiarito che cosa è l’assegno ordinario di invalidità, a chi spetta e quando poi effettivamente si trasforma in pensione.
Ricordiamo come l’assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica che viene erogata dall’INPS a domanda e nei confronti di coloro che hanno la capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo per una infermità fisica o mentale. Potranno averne diritto, i lavoratori dipendenti autonomi e che risultano iscritti alla gestione separata. Questo assegno ordinario di invalidità, una volta che viene raggiunta l’età pensionabile e nel caso in cui il soggetto sia in presenza di tutti i requisiti, si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia.
L’importo dell’assegno di invalidità è determinato con il sistema di calcolo misto e nello specifico è prevista una quota che è calcolata con il sistema retributivo per una quota che invece viene calcolata con il sistema contributivo oppure se il lavoratore ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 con il sistema contributivo. Secondo quella che è la normativa vigente, il pensionato che ha un assegno di importi minimi previsti avrebbe diritto all’integrazione al trattamento minimo, e quindi stando a quelle che sono le soglie reddituali previste, ci sarebbe la possibilità di poter accedere al sussidio che va a tutelare il lavoratore. Questa integrazione viene concessa direttamente dall’INPS sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal lavoratore riguardo la condizione reddituale.
Per tutto il 2019, il trattamento minimo è fissato a 513,01 euro. Bisogna anche introdurre, riguardo la novità riguardante la pensione di cittadinanza grazie alla quale la soglia dovrebbe passare a €780,00 che sono considerati anche nel caso del reddito di cittadinanza. Per poter ricevere la pensione di cittadinanza, bisognerà che i pensionati si trovano a vivere sotto la soglia di povertà e nello specifico devono essere anche in possesso di alcuni requisiti come un ISEE familiare inferiore a €9360 l’anno, un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa che non superi i €30000 ed un patrimonio finanziario inferiore a €6000 e 8000 nel caso in cui sia in coppia. Volendo fare un esempio, qualora un pensionato viva da solo ma non ha una casa di proprietà, avrà una pensione di cittadinanza di €780,00 di cui 150,00 euro destinati a pagare l’affitto.
Se vive da solo e riceve soltanto una pensione di invalidità al posto della pensione, riceverà la pensione di cittadinanza che con una casa di proprietà ammonterà a €330,00 al mese. Ritornando al quesito originario, ovvero quando è possibile che l’Inps invii una lettera di indebito richiedendo la restituzione dell’assegno? Possono verificarsi degli errori e quindi nel caso in cui dovessero verificarsi delle condizioni e si debba chiedere la restituzione delle somme attribuite in maniera errata, l‘ente può inviare una lettera di indebito per rideterminazione del trattamento minimo.
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