Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha finalmente firmato il decreto legge che prevede il reddito di cittadinanza a quota 100 misure per la pensione. Lo chiamano il decretone, è stato creato dal consiglio dei ministri 17 gennaio 2019, è stata messa l’abbottonatura della ragioneria dello Stato il 25 gennaio, dopo di che per prassi è stato trasmesso al presidente della Repubblica per la cosiddetta ratifica. In serata verrà pubblicato esclusivamente sulla Gazzetta Ufficiale come decreto legge 28 gennaio 2019 numero quattro, è l’ultimo passo per procedere ed avviare l’iter parlamentare, che comincerà al Senato.
Grande attesa per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto pensioni, che renderà ufficiali alcune misure pensionistiche nuove e sperimentali come quota 100 e reddito di cittadinanza e darà il via alla proroga di altre misure come opzione donna e ape sociale.
La scorsa settimana c’è stata la conferma che il Presidente della Repubblica Mattarella ha firmato il decreto, che era stato precedentemente approvato il 17 gennaio 2019 ed inviato poi al Quirinale. Si rimane quindi in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che doveva già avvenire lo scorso 26 gennaio, ma che potrebbe arrivare nella giornata di oggi lunedì 28 gennaio o al massimo domani. Nel contempo però continuano ad esserci molti dubbi riguardanti alcune misure, soprattutto quota 100. Tuttavia i dubbi permangono anche su quelle che sono le coperture perché si pensa che le risorse disponibili non siano sufficienti per far fronte a quanto il governo ha promesso con queste nuove misure di pensionamento. A confermare ciò sono comunque i cambiamenti che sono stati effettuati e anche l’introduzione della clausola di salvaguardia.
Ad ogni modo nei giorni scorsi il testo del decreto è stato vidimato dalla Ragioneria di stato e c’è stato anche, come già abbiamo visto l’invio il presidente Mattarella per la firma, come confermano le ultime notizie che prevedono la pubblicazione che dovrebbe essere imminente. Rispetto a quello che era il testo originario sono state apportate, come abbiamo già anticipato, alcune modifiche soprattutto alla clausola di salvaguardia visto che come abbiamo già anticipato, per le coperture annuali e per le novità di quota 100 e proroga opzione donna e ape sociale, ma anche pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni per le donne, si è ormai davvero al limite.
In seguito all’approvazione avvenuta da parte del Consiglio dei Ministri, si è dato il via quindi ad una riforma pensioni con tante novità come quota 100, che sarebbe la misura più attesa del 2019 e che sarà però una misura sperimentale valida soltanto per 3 anni. Questa misura darebbe la possibilità di poter andare in pensione, una volta maturati due requisiti uno dal punto di vista contributivo e l’altro anagrafico. Si potrebbe beneficiare quindi di quota 100, una volta compiuti i 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi.
Ad ogni modo questi dubbi e perplessità riguardanti il ritardo della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, stanno aumentando di ora in ora. In tanti soprattutto i pensionandi si stanno chiedendo come mai il decreto non sia stato ancora pubblicato in Gazzetta, nonostante siano trascorsi i soliti 5 giorni e quali siano effettivamente le modifiche che sono state apportate al testo, prima ancora della pubblicazione e infine quando finalmente questo decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Non è previsto alcun tipo di requisito anagrafico perché varranno soltanto i contributi. A proposito di questi ultimi si possono contare tutti quelli che sono stati versati oppure accreditati, compreso quelli del riscatto, i contributi volontari, quelli figurativi eccetera eccetera. Sarà comunque necessario avere almeno 35 anni di contributi effettivamente versati, senza accumulare in questa comma i contributi figurativi. A proposito del blocco degli aumenti legati alla aspettativa di vita è stato stabilito questo fino al prossimo 2026 e quindi di conseguenza i requisiti per poter accedere alla pensione anticipata resteranno gli stessi, proprio fino alla data del 31 dicembre 2026.
Rispetto a quanto fosse stato previsto dalla scorsa legislazione, si potrà quindi andare in pensione con Ben 5 mesi di anticipo, ma bisognerà aspettare 3 mesi dal momento della maturazione del requisito. Volendo fare un esempio pratico, un lavoratore che matura 42 anni e 10 mesi di contributi nel mese di luglio può presentare la domanda di pensione anticipata, ma potrà percepire l’assegno soltanto a partire dal primo di novembre.
Questa misura, che è la pensione anticipata ovviamente sarà in vigore in seguito alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale che dovrebbe avvenire nella giornata di oggi lunedì 28 gennaio 2019 o al massimo entro la giornata di domani martedì 29 gennaio. Nonostante tutto però, la misura si applica a partire dal primo gennaio 2019. Coloro che hanno maturato il diritto tra il primo gennaio e il giorno di entrata in vigore del decreto conseguiranno il diritto al trattamento pensionistico, a partire dal primo di aprile 2019. Per il personale della scuola, si continua ad applicare l’articolo 59 comma 9 della legge numero 449 1997, secondo cui l’accettazione del servizio avrebbe effetto dall’inizio dell’anno scolastico, oppure dell’anno accademico.
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