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Pensioni ultime notizie, decreto in Gazzetta Ufficiale tra oggi e domani: Mattarella ha firmato



Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato ed emanato il cosiddetto ‘decretone’ contenente le misure sul reddito di cittadinanza e quota 100 riguardante il sistema pensionistico. Dopo la firma del capo dello Stato, arriva il commento entusiastico del vicepremier Luigi Di Maio che, sul suo profilo Facebook, scrive: “Bentornato Stato Sociale!”.



“Ora aspetto il momento in cui, grazie al lavoro di deputati e senatori, firmerà la legge con cui taglieremo lo stipendio di tutti i parlamentari e finalmente potremo dire ADDIO PRIVILEGI! Il 2019 – conclude Di Maio -sarà un grande anno!”.

Le novità in termini di pensioni ad oggi lunedì 28 gennaio 2018 riguardano la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Sembra essere piuttosto atteso dunque la pubblicazione di questo decreto in Gazzetta Ufficiale, notizia che è stata ribadita anche nel weekend da diversi esponenti del MoVimento 5 Stelle. Si tratta del decreto tanto atteso che è stato approvato il 17 gennaio e che contiene tante novità pensionistiche come quota 100, reddito di cittadinanza, aspettativa di vita e proroga di opzione donna.

Dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri, i tempi si sono un po’ allungati visto che soltanto lo scorso giovedì è stato inviato a Mattarella per la firma e adesso si attende soltanto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che dovrebbe avvenire oggi lunedì 28 gennaio 2018, al massimo domani martedì 29 gennaio altrimenti potrebbero esserci dei problemi anche piuttosto seri. Questi potrebbero riguardare tutta una serie di precisazioni e sottolineature che sono arrivate direttamente dal Presidente della Repubblica Mattarella, perché nel caso in cui non avvenisse la pubblicazione tra oggi e domani si potrebbe mettere il governo in condizioni di doverne rispondere.

Questo ritardo potrebbe essere addebitato al problema delle coperture, soprattutto per gli anni futuri oppure il fatto che mercoledì in Parlamento si vota la possibilità di procedere contro Salvini per il caso diciotto con il Movimento 5 Stelle che si è schierato a favore. È quasi impensabile che Salvini possa voler far cadere il governo proprio per questo motivo, ma ovviamente prima di rilasciare un decreto così tanto importante, forse qualcuno starebbe tentando di capire come potrebbe andare a finire questa vicenda.

Ciò che è certo è che i tempi continuano ad allungarsi e molti pensionandi che avrebbero già maturato i requisiti per poter andare in pensione, attendono il decreto e le conseguenze circolari dell’Inps per capire se ci stanno con i tempi e soprattutto per capire come e cosa fare per poter uscire dal mondo del lavoro.

Le novità introdotte dal decreto, come sappiamo sono quota 100 e reddito di cittadinanza. Quota 100 è quella misura che da la possibilità ai lavoratori che vogliono uscire dal mondo del lavoro in netto anticipo di poterlo fare una volta maturati però i requisiti ovvero uno dal punto di vista anagrafico e l’altro contributivo. Sarà necessario che  questi lavoratori abbiano compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. Il reddito di cittadinanza invece sarebbe quella misura di contrasto alla povertà che verrebbe tutte quelle famiglie che si trovano a vivere in una situazione di particolare gravità dal punto di vista economico, ma nei confronti di coloro che si trovano in una condizione di esclusione sociale e dal mondo del lavoro. Si tratta di due misure molto importanti, ma che richiedono dei fondi delle risorse non indifferenti.

Manovra Pensioni 2019 ultime novità oggi: Landini contro quota 100

Sulla manovra delle pensioni è intervenuto con un intervista su Repubblica anche Maurizio Landini, sempre più vicino a diventare nuovo segretario generale della CGIL. Su quota 100 ha detto:

“Quota 100 è uno spot elettorale. Preciso, noi non siamo contrari, ci sarà chi potrà lasciare il lavoro prima dell’età pensionabile, ma solo con 62 anni d’età e 38 di contributi. Alla fine riguarderà soprattutto uomini delle regioni settentrionali che hanno lavorato in grandi imprese o nel pubblico impiego. Saranno escluse le donne e le fasce di lavoratori più deboli”. Poi Landini conclude: “Il tutto viene spacciato come l’abolizione della legge Fornero mentre non è vero: quella legge resta sostanzialmente intatta”.



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