Si delinea come la settimana più buia del suo regno. Elisabetta II ha contratto la tanto temuta infezione. Domenica 20 febbraio un asciutto comunicato stampa ha confermato la positività della sovrana. Il Covid ha fatto breccia nel castello di Windsor.
L’ufficio di sua maestà ha scelto la linea della rassicurazione per informare i sudditi della situazione: «La regina riscontra sintomi influenzali lievi, è tenuta sotto controllo medico e si attiene alle linee guida appropriate», si legge nella nota stampa che anticipa comunque «l’intenzione di portare avanti impegni leggeri nelle prossime settimane», come la lettura quotidiana dei documenti della valigetta rossa relativi agli affari di Stato.
A dimostrazione di questa volontà, poche ore dopo l’annuncio, sui profili social ufficiali è comparso un post di congratulazioni per il team britannico di curling, vincitore di due medaglie a Pechino, firmato da Elisabetta II in persona.
Un modo sottile ma efficace per tranquillizzare i sudditi, preoccupati per le sorti dell’amata sovrana. Lo spettro del Covid si è aggirato tra le mura di Windsor per diversi giorni, sin dall’annuncio, il 10 febbraio, della positività del principe Carlo: la seconda volta, per lui, dopo l’infezione del 2020. I riflettori si erano immediatamente accesi sulla salute della sovrana, che aveva incontrato Carlo proprio nel maniero nei giorni successivi al ritorno da Sandringham, avvenuto il 7 febbraio.
A seguire, anche Camilla duchessa di Cornovaglia, aveva confermato la sua positività. Tuttavia, dopo l’isolamento del principe di Galles, sono trapelate da Palazzo pochissime notizie sulle reali condizioni della monarca.
La speranza che la regina avesse schivato il Covid si è riaccesa mercoledì 16 febbraio, quando ha incontrato in presenza, sostenuta dall’ormai immancabile bastone e senza mascherina, due alte personalità del Ministero della Difesa, James Macleod ed Eldon Millar. «Come sto? Non posso muovermi, come vedete!», ha detto agli ospiti, scegliendo la via dell’ironia per commentare il suo stato di salute. Poi l’annuncio di Buckingham Palace, in corrispondenza del primo test positivo dopo giorni di controlli.
Per questioni di privacy la fonte del contagio è taciuta con fermezza e non è dato sapere se sia stato il contatto con il figlio Carlo, seppure gestito in sicurezza, a infettare la sovrana. La rete ITV ha confermato che diversi membri dello staff di Windsor hanno ricevuto diagnosi positiva, il che rende difficile tracciare il percorso del virus.
Lo spirito proattivo della sovrana, la sua volontà di presidiare piccoli impegni lavorativi e, non ultimo, il percorso vaccinale iniziato a gennaio 2021 e completato presumibilmente con il booster, di cui non è stata diffusa la data di somministrazione, hanno lasciato spazio a un cauto ottimismo. In attesa della guarigione che tutti auspicano, la regina ha scelto di isolarsi, anche se le linee guida del Regno Unito, dal 21 febbraio, non impongono più restrizioni per i positivi alla variante Omicron.
Elisabetta è l’osservato speciale dell’équipe capeggiata da Sir Huw Thomas, suo medico personale dal 2014, nonché professore all’Imperial College di Londra. Come anticipato da The Guardian, il luminare potrebbe usare antivirali all’avanguardia, approvati dal governo britannico alla fine dello scorso anno, per lenire o persino anticipare sintomi più gravi. Il ricovero lampo dello scorso 20 ottobre e il mal di schiena che le ha impedito di presenziare alla cerimonia del 14 novembre al Cenotafio per il Remembrance Day sono ferite ancora troppo fresche.
L’improvvisazione non è ammessa, soprattutto con un soggetto in fascia d’età ad alto rischio come la regina, che il prossimo 21 aprile compirà 96 anni. La speranza di tutti è che sua maestà si riprenda in previsione della messa di suffragio, all’abbazia di Westminster, fissata il 29 marzo in memoria dell’amato consorte Filippo. Poi va onorato il calendario di eventi ufficiali per il giubileo di platino, in partenza a maggio. In questa fitta trama di appuntamenti personali e pubblici non c’è spazio per il Covid, non nell’agenda di una donna come Elisabetta.
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