Un tubo di sette metri che in una vita viene percorso da 30 tonnellate di cibo e 50 mila litri di liquidi. Questo è l’intestino. All’interno delle sue pareti ospita una comunità multiforme e variopinta, composta da centomila miliardi di microrganismi – se li mettessimo tutti in fila arriverebbero fino alla Luna – la maggior parte dei quali si concentra nel colon, detto anche intestino crasso. Qui ne risiedono centinaia di specie, con una densità di cinquecento miliardi di cellule per un cucchiaino di “materia”. Un adulto trasporta circa un chilo e 300 grammi di microbi; lo stesso peso del cervello, poco più del fegato. Instancabili “operai” L’esercito di microrganismi che ospitiamo, non solo nell’intestino, ma anche nei polmoni o sulla pelle, è chiamato microbiota.
È composto da batteri, virus, miceti e funghi che influenzano le nostre funzioni vitali e naturalmente la nostra salute. Se potessimo tendere l’orecchio sentiremmo un brulicare di microrganismi che lavorano incessantemente per noi. Secondo studi recenti, infatti, il microbiota intestinale svolge diverse funzioni. La ricca comunità di microrganismi interviene nei processi digestivi e permette l’assorbimento dei principi nutritivi: ci fornisce gli enzimi per trasformare in particelle più piccole i cibi e assimilarli; per esempio, ci aiuta a scomporre chimicamente e assimilare le fibre indigeste, trasformandole in composti di cui si nutre il colon.
Il microbiota partecipa alla sintesi degli aminoacidi, genera le vitamine e regola il bilancio energetico. Rappresenta inoltre una barriera di protezione dagli agenti patogeni: nell’intestino è presente il 60-70 per cento delle cellule del sistema immunitario, pronto a intervenire quando si ingeriscono tossine o quando la salute è minacciata da un batteri cattivi. Il microbiota è collegato al sistema nervoso e all’attività cerebrale: i microrganismi che ospitiamo nella pancia partecipano alla sintesi di una ventina di ormoni, tra i quali spicca la serotonina, definito ormone della felicità.
Quando qualcosa non va Prendercene cura, dunque, è fondamentale per il benessere. I batteri scompongono chimicamente i cibi trasformandoli in composti che vengono assorbiti dal colon. Coltivarli in modo che producano le sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno è una delle scelte più importanti per la nostra salute. Batteri e funghi che colonizzano l’intestino influenzano le nostre interazioni con l’ambiente, ci proteggono da allergie e malattie autoimmuni. Succede però che a causa di qualche agente esterno o interno si crei uno squilibrio tra le varie comunità che compongono il microbiota. In questo caso possono prevalere i batteri dannosi al corpo, con conseguenze negative sull’organismo.
Qui vediamo come evitarlo e cosa fare. La prevalenza degli alimenti di produzione industriale e l’abuso di antibiotici sono una minaccia per la salute dell’intestino, così come lo è un eccesso di carboidrati semplici. Perciò stanno aumentando le malattie infiammatorie o le reazioni avverse agli alimenti. Quello di cui ci nutriamo modifica la composizione del mondo intestinale e siamo noi a scegliere come. Se mangiamo alcuni alimenti, i batteri buoni prolifereranno e quelli meno buoni non aumenteranno. Con una dieta non equilibrata potremmo mutare sfavorevolmente la composizione del microbiota. Si tratta quindi di chiedersi non tanto cosa ci piacerebbe mangiare, ma cosa piacerebbe mangiare ai nostri batteri intestinali, perché dobbiamo a loro la nostra vita.
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