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Pensioni ultime notizie, non solo Quota 100: ecco come uscire dal mondo del lavoro prima dei 60 anni



Chi lo ha detto che per poter andare in pensione, bisogna attendere di compiere 60 anni? Stando a quanto emerso dalle decreto su pensioni e reddito di cittadinanza, che è stato approvato lo scorso  17 gennaio, sembra che siano state allargate le possibilità di ritiro anticipato dal mercato del lavoro rispetto al requisito anagrafico dei 67 anni, previsto per la pensione di anzianità.



La misura più attesa e quella più discussa è sicuramente quota 100 la quale darà la possibilità di poter andare in pensione, una volta compiuti 62 anni di età e maturati 38 anni di contributi. Sarà possibile, quindi grazie a quota 100 andare in pensione 5 anni prima rispetto a quanto previsto ma questa non sembra essere l’unica novità, perché ci sono altre vie d’uscita che potranno interessare anche gli under 60. Nel decreto, infatti, sono contemplate anche altre misure pensionistiche come Opzione donna che varrà per le lavoratrici dipendenti e autonome, un canale riservato ai lavoratori precoci poi ancora lo scivolo verso quota 100 finanziato con fondi bilaterali, l’isopensione verso la anticipata e la Rita per i disoccupati da almeno 24 mesi

Opzione donna

Nel pacchetto delle pensioni il governo ha anche incluso la proroga per il 2019 di opzione donna ovvero quella misura che sarà la possibilità della donne lavoratrici di poter accedere alla pensione anticipata. Significa che le donne lavoratrici dipendenti potranno accedere alla misura una volta compiuti  58 anni di età e maturati 35 anni di contributi e questi requisiti valgono per le lavoratrici autonome, soltanto che in questo caso bisognerà che abbiano compiuto 59 anni. La pensione però sarà calcolata sulla base del criterio contributivo e avrà una decorrenza posticipata di 12 mesi e di 18 per le autonome. Il numero delle lavoratrici interessata da questa opzione potrebbero riguardare 24500 donne soltanto nel 2019, con una riduzione degli importi medi dell’ assegno che saranno ridotti del 14% per le lavoratrici dipendenti e del 19% per le lavoratrici del settore pubblico e 23% per quelli autonomi.

Lavoratori precoci

Il decreto stabilisce che i lavoratori precoci potranno uscire dal mondo del lavoro una volta maturati i 41 anni di contributi usufruendo così della cosiddetta quota 41. Dovranno però aver versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni di età, svolgere delle attività faticose oppure essere invalidi almeno al 74% o disoccupati che abbiano esaurito la naspi e passato un ulteriore trimestre di inoccupazione oppure assistere un parente da almeno sei mesi.

RITA

Un’altra possibilità di uscita per i lavoratori under 60 riguarda la rendita integrativa temporanea anticipata che darebbe la possibilità quindi di andare in pensione utilizzando il capitale accumulato nella previdenza integrativa sotto forma di un assegno periodico che avrà la frequenza mensile o al massimo trimestrale. Sono previsti dei requisiti ovvero avere 62 anni di età e 20 anni di contributi, limite anagrafico che scende a 57 anni in caso di disoccupazione da almeno 24 mesi.



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