Tra rivalutazione dei trattamenti previdenziali e pensione di cittadinanza, nei prossimi mesi sembra che ci saranno delle novità molto importanti per coloro che percepiscono un assegno pensionistico.
Gli importi saranno ritoccati in positivo, ma va detto che se la rivalutazione delle pensioni all’inflazione riguarderà tutti, non si può dire lo stesso della pensione di cittadinanza che invece sarà erogata soltanto a coloro che risulteranno essere in possesso di determinati requisiti. Si tratta questo di un aspetto che però non è stato ampiamente trattato, anche se effettivamente ha un’importanza non indifferente. La pensione di cittadinanza così come è stato riferito dal Movimento 5 Stelle, spetterà soltanto a determinati persone ovvero a coloro che hanno un ISEE familiare che risulta essere inferiore a €9360 l’anno, un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa non superiore a €30000 ed un patrimonio finanziario inferiore a €6000- €8000 nel caso in cui si tratti di una coppia.
Praticamente sono gli stessi requisiti di coloro che hanno diritto al reddito di cittadinanza, ma ovviamente in questo caso si tratta di pensioni. Le minime saranno quindi aumentate, ma gli aumenti non varranno per tutti. Cerchiamo, dunque, di capire quali saranno le novità e soprattutto quanto gli importi aumenteranno. Di norma coloro che hanno diritto alla pensione di cittadinanza riceveranno un assegno che ammonta a €630 al mese, ma nel caso in cui la casa dove si risiede è in affitto, l’assegno avrà un importo maggiore e nello specifico sarà di €780 mensili. Quello che ci si chiede però è effettivamente se le pensioni ma anche reddito di cittadinanza, basteranno le risorse stanziate dal governo. Nel decreto che è stato approvato soltanto il 17 gennaio 2019, si legge che sono autorizzati limiti di spesa nella misura di 5.894 milioni di euro nel 2019, di 7131 milioni di euro nel 2020 e di 7355 milioni nel 2021 ed ancora di 7210 milioni di euro a decorrere dal 2022.
Questo significa soltanto una cosa, che reddito e pensione di cittadinanza verranno erogati, ma soltanto fino a quando non si esauriranno le risorse. Nel decreto si legge ancora che nel caso quindi di esaurimento delle risorse sarà ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio che colpirà però soltanto coloro che hanno fatto la domanda successivamente all’ esaurimento delle risorse non accantonate. Ciò significa che coloro che arriveranno tardi, percepiranno un assegno più basso, ma anche su questo punto non sembra sia stata fatta molta chiarezza nelle scorse settimane e molto si saprà soltanto nel momento in cui la misura entrerà a pieno regime, ovvero dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Stando a proprio a quanto riferito dai pentastellati, i nuovi importi saranno realtà a partire dal mese di aprile 2019. In tema di rivalutazione delle pensioni, invece, va detto che a partire dal mese di febbraio gli importi pensionistici verranno adeguati al tasso di inflazione che è stato stimato dall’Istat e il governo però sembra abbia deciso di non rivalutare al 100% le pensioni di importo superiore ai €1522 lordi.
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