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Pensioni ultime notizie, Ape Sociale: come funziona, tutti i requisiti e importo



Introdotto per la prima volta dal governo Gentiloni in forma sperimentale, l‘Ape Social è stata rinnovata e prorogata fino al 31 dicembre 2019, in seguito all’approvazione del decreto pensioni e reddito di cittadinanza che è avvenuto lo scorso il 7 gennaio 2019.



L‘Ape Social ovvero l’anticipo pensionistico sociale, altro non è che un meccanismo di pensionamento che darebbe la possibilità ai lavoratori che si trovano in situazioni di disagio, di poter ottenere la pensione senza alcuna penalità a partire dai 63 anni di età e avendo maturato 30 36 anni di contribuzione. Altro non è quindi che è una formula di anticipo pensionistico che in qualche modo apre le strade al prepensionamento, senza però alcun onere economico ed è rivolto soltanto ad alcune categorie di lavoratori che abbiano comunque compiuto i 63 anni di età. Ci si chiede quelli che sono i ricchi in requisiti per poter beneficiare dell’Ape social.

Innanzitutto, per avere diritto a beneficiare di questa misura pensionistica, bisogna essere in possesso di un requisito contributivo che ammonta a minimo di 30 anni di contributi e 36 e per chi svolge delle attività gravose. Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è possibile far valere tutta la contribuzione che è stata versata o accreditata a qualsiasi titolo, a patto però che i versamenti non siano stati fatti presso una cassa di liberi professionisti. Un discorso a parte va fatto invece per le donne visto che per loro è previsto uno sconto nel caso in cui si tratti di lavoratrici madri e questo ammonta ad un anno per ogni figlio, per un massimo di 2 anni. Facendo un esempio pratico, dunque, una madre che ha due figli, potrà accedere all’Ape Social, avendo maturato soltanto 38 anni di contributi e 34 nel caso in cui svolga una professione che rientra tra i cosiddetti lavori gravosi.

L’Ape social si differenzia dall’ Ape volontaria, visto che quest’ultima è un’altra misura pensionistica che però prevede un vero e proprio prestito bancario che è gravato anche da un premio assicurativo e che va restituito nell’arco di 20 anni. L’Ape sociale, dunque, altro non è che un sussidio di accompagnamento alla pensione e ammonta ad un massimo di €1500 lordi, che verrà erogato per 12 mensilità e non è possibile rimandarlo in base all’inflazione.

Il sussidio sarà interamente a carico dello Stato e per questa ragione si va concretizzando in un aiuto economico da destinare a tutti i tuoi oggetti che si trovano in un effettivo stato di bisogno. I beneficiari dell’Ape Social sono i lavoratori che risultano iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché alle gestioni speciali dei Lavoratori autonomi alla gestione separata. Non spetta invece ai lavoratori che abbiano delle specifiche casse di appartenenza.

Ma poiché lo stanziamento è sempre lo stesso (6,1 miliardi di euro nel 2019), significa che l’importo medio per famiglia scenderebbe da circa 500 a meno di 400 euro al mese a famiglia per nove mesi (Rdc partirà infatti da aprile). La cifra si ottiene appunto dividendo 6,1 miliardi prima per 1,7 milioni di famiglie e poi per i 9 mesi. Se il calcolo si fa su 4,9 milioni di individui, si ottengono meno di 140 euro a testa. In ogni caso il sussidio verrà erogato per nucleo familiare, con una tessera prepagata.



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