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Pensioni precoci ultime notizie, istanze entro il 1° marzo per la pensione con 41 anni di contributi



In termini di pensione, si avvicina la scadenza per poter presentare le istanze di verifica delle condizioni per il conseguimento della pensione anticipata con il requisito contributivo ridotto. Il fatto che sia stato approvato il decreto sul reddito di cittadinanza e quota 100, non significa che bisogna dimenticarsi della vicina di della scadenza per il pensionamento dei lavoratori precoci, che potranno quindi usufruire della cosiddetta quota 41.



Non c’è stato alcun tipo di modifica e quindi il primo marzo 2019 sarà disponibile la prima finestra per produrre l’istanza di verifica del possesso dei requisiti previsti dalla legge per poter andare in pensione e usufruire di quota 41 ovvero una volta maturati i 41 anni di contributi a prescindere da quella che è l’età anagrafica. Sembra proprio che a partire quindi dal primo marzo, i lavoratori precoci ovvero coloro che possono vantare circa 12 mesi di lavoro effettivo prima del diciannovesimo anno di età, potranno produrre l’istanza di verifica di quelli che sono i requisiti previsti dalla legge.

Questi lavoratori precoci si trovano all’interno dei profili di tutela previsti dall’articolo 1 comma 199 della legge 232 del 2016 e nello specifico si tratterebbe di disoccupati, invalidi, alle addetti alle mansioni gravose oppure alle mansioni usuranti. Per poter beneficiare di quota 41 sarà necessario che nel corso del 2019 si siano maturati 41 anni di contributi versati e proprio riguardo a questo requisito va segnalato come il decreto su quota 100 annullerebbe la cancellazione in via retroattiva dell’adeguamento della speranza di vita di 5 mesi a partire dal primo gennaio 2019. Questo sostanzialmente significa soltanto una cosa, ovvero che il requisito contributivo per poter accedere alla pensione per questi lavoratori, rimarrà a 41 anni di contributi piuttosto che 41 anni e 5 mesi andando ad includere tra i beneficiari anche quei lavoratori che senza questo intervento normativo, sarebbero rimasti esclusi.

Riguardo proprio la platea dei beneficiari sembra che effettivamente rimarrà l’altezza dello scorso anno dopo l’ampliamento delle maglie offerte della legge 205 del 2017 che ha introdotto 4 professioni all’interno delle mansioni gravose ed ha corretto anche alcune restrizioni. È prevista come lo scorso anno, una doppia scadenza ovvero gli interessati dovranno innanzitutto produrre l’istanza di accesso entro il primo marzo al fine di dimostrare di avere i requisiti previsti dalla legge e quindi trovarsi in stato di disoccupazione in seguito a licenziamento, oppure assistere da almeno sei mesi un familiare convivente o ancora avere un invalidità di almeno il 74% e svolgere un’attività gravosa o usurante.

Poi sarà l’INPS a verificare se effettivamente ci sono queste condizioni per poter concedere il beneficio e comunicherà poi al lavoratore entro il 30 giugno 2019 la prima decorrenza della prestazione. Oltre all’istanza di verifica, l’interessato deve anche produrre una domanda di accesso alla pensione con 41 anni di contributi previa accettazione dell’attività lavorativa



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