Ormai, quando uno dei due parla è come ascoltare un oracolo che si pronuncia sul nostro futuro. Un avvenire che sembrano avere tutta l’intenzione e la capacità di scrivere in prima persona. Fanno un po’ questo effetto i miliardari visionari come Bill Gates, 66 anni, e Jeff Bezos, 58, che hanno appena fornito al mondo, quasi in contemporanea, due annunci sui progetti che svilupperanno nei prossimi mesi. Il primo, Gates, desidera prevenire possibili pandemie peggiori di quella attuale.
Il secondo, Bezos, vuole finanziare e appoggiare una start up decisa ad avvicinare l’uomo all’immortalità, o almeno a farlo vivere una cinquantina di anni in più rispetto a ora. A ben vedere, i due sogni nel cassetto si assomigliano abbastanza: puntano entrambi a migliorare le condizioni della salute umana, forse l’unico campo in cui sia l’uno che l’altro non possono dire di avere tutto sotto controllo.
Posto che né i 134 miliardi di dollari del patrimonio di Gates, né i 188 di Bezos sono in grado di comprare la ricetta di vita eterna e nemmeno qualche decina di anni in meno, la coppia si è messa comunque all’opera per scongiurare malattie globali e rallentare l’invecchiamento. «Nella mia personale lista di obiettivi voglio aggiungere quello di far sì che il mondo sia preparato ad affrontare eventuali forme pandemiche che potrebbero rivelarsi più insidiose di quella in corso», ha comunicato Bill Gates, mentre staccava un assegno da 150 milioni di dollari per la lotta al Covid, in favore della distribuzione di vaccini ai Paesi a basso reddito.
Non una cifra faraonica per lui e per la sua fondazione filantropica – la Bill & Melinda Gates Foundation – ma solo l’ultima goccia del mare di denaro che da anni Gates dispensa nella lotta alla malaria, all’Aids e all’analfabetismo. Uno sforzo finanziario maggiore lo ha messo in campo Jeff Bezos per il suo obiettivo di rinforzare tecniche di rigenerazione cellulare dell’organismo umano provato dall’età avanzata.
Tre miliardi di dollari alla sua start up Altos Labs e ai suoi prossimi piani di ricerca e sviluppo, votati a sostenere la cosiddetta “riprogrammazione cellulare”, tecnica già utilizzata nei laboratori più all’avanguardia, ma finora solo su cellule singole, con promettenti risultati a livello di “ringiovanimento”. «L’obiettivo dei nostri esperti», dice Bezos, «è quella di trovare la chiave per un vero prolungamento della speranza di vita, andando a combattere e a sconfiggere alcuni dei peggiori mali correlati all’invecchiamento, a partire dai tumori».
Definirli miliardari è poco. A giudicare i loro patrimoni, Bezos e Gates sono “centimiliardari”: Bezos è il secondo uomo più ricco del globo, Gates quarto. Ha fatto discutere la decisione di quest’ultimo di lasciare a ognuno dei tre figli solo dieci milioni di dollari, «perché non si montino la testa, il resto andrà in opere di bene». Bezos è invece rimasto scottato dal recente divorzio dalla moglie MacKenzie Scott. Ora ha al suo fianco ha Lauren Sánchez, ma ha dovuto fronteggiare una delle separazioni più costosa della storia rinunciando a 53 miliardi di dollari.
Dei due, Gates è più filosofo, libero pensatore ascoltato dai potenti della Terra, un guru in divenire. Bezos, invece, è più silenzioso e pragmatico, ma studia e si attrezza per realizzare i sogni del nuovo millennio. Lo si può chiamare persino “uomo delle stelle”, visto che con la sua compagnia spaziale è appena andato di persona in orbita intorno alla Terra. Ha lasciato a un amico l’incarico di amministratore delegato di Amazon, società da lui fondata, proprio per concedersi più tempo da dedicare a nuove sfide.
Amazon, per la cronaca, è la regina assoluta del commercio online e nel solo periodo della pandemia ha guadagnato 81 miliardi di dollari. Certo, la problematica della gestione della salute globale è più in linea con i tempi che corrono e la stella di Gates sembra brillare di più di quella di Besoz al momento. Sue infatti le seguenti parole: «Negli ultimi due anni abbiamo avuto importanti scoperte scientifiche, realizzato vaccini sicuri in un modo più veloce che in passato, ma abbiamo anche visto che la disuguaglianza nella distribuzione degli strumenti sanitari ha lasciato troppe persone indietro, per cui c’è la necessità di una società più giusta, di accelerare la fornitura globale di vaccini e di maggiori mezzi per contenere rapidamente focolai nel momento in cui si verificano». Se non è un programma da governatore del mondo questo, poco ci manca. Magari con Bezos suo vice. O viceversa.
Add comment