Salvo Ficarra e Valentino Picone, per la prima volta in una storia a episodi su Netflix



Un omicidio, due amici capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato e tanti malintesi che li porteranno in situazioni surreali. Questo il mix di ingredienti, tra comicità e genere crime, della nuova serie Incastrati, che ha debuttato il 1° gennaio 2022 (e il 27 gennaio nel resto del mondo) solo su Netflix scritta, diretta e interpretata da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che per la prima volta si cimentano con la serialità e interamente girata in Sicilia. Nel cast anche altri attori siciliani come Leo Gullotta, Tony Sperandeo, Maurizio Marchetti, Mary Cipolla, Domenico Centamore, Sergio Friscia, Filippo Luna, Sasà Selvaggio, Gino Carista.



Di cosa parla la vostra serie?

«Incastrati è una serie comedy in 6 episodi che, attraverso il linguaggio e l’ironia tipici di Ficarra & Picone, racconta, in perfetto stile commedia degli equivoci, una vicenda criminosa. Al centro della storia due amici che rimangono coinvolti nelle vicende di un omicidio eccellente. Cercando di scappare dalla scena del crimine, i due si mettono sempre più nei guai in un crescendo di eventi che li porterà addirittura a dover fare i conti con la mafia».

Come descrivereste i vostri personaggi?

«Siamo Salvo e Valentino, titolari di una ditta di vendita e riparazioni di piccoli elettrodomestici. La loro professione li porta quotidianamente a percorrere le strade della città e della provincia a bordo del loro furgone aziendale per recarsi nelle case dei clienti.

Salvo è una persona dinamica, molto legato al proprio tempo anche se con una visione della vita apparentemente tradizionalista. Molto appassionato di serie crime e per questo desideroso di una vita più avventurosa e piena di colpi di scena. Valentino invece ha un carattere più pacato e riflessivo, non si è mai sposato e ha un legame molto intenso e profondo con la madre. E contento della propria vita e ha una visione del mondo più aperta rispetto a quella dell’amico-cognato».

Come siete arrivati a fare una serie tv?

«Dobbiamo ringraziare Iiaria Castiglioni di Netfilix che ci ha proposto di confrontarci con una serie tv. Una sfida nuova che ci ha affascinato, portare il nostro linguaggio comico in una serie che avesse quindi colpi di scena e altri ritmi rispetto ai nostri film, sia per il genere, una commedia crime».

Cosa vi ha stimolato maggiormente?

«Abbiamo capito subito che non era come dividere un film in più parti. A stimolarci è stato il fatto di misurarci con una cosa assolutamente nuova, allungare la storia: la trama in più episodi ci dava la possibilità di approfondire l’avventura  la psicologia dei personaggi, le loro aspirazioni, le loro paure, le sconfitte e le rialzate.  Così dopo un po’ abbiamo acquisto anche noi la “metrica” del prodotto seriale».

Una commedia crime dove ritornate a toccare la tematica della mafia.

«Abbiamo usato il crimine per fare ironia, non è una scelta legata per forza all’ambientazione siciliana. Anzi, è la prima volta che si vede un omicidio in un nostro film. Nella realtà abbiamo visto persone comuni arrivare ai vertici delle cosche mafiose e abbiamo portato questa cosa nella serie. È una mafia inabissata, ma che sta lavorando. L’errore che si può fare oggi è di dimenticare. Anche qui si parla di corruzione, di una mafia che dal basso va verso 1’alto, ma sono argomenti sfiorati».



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