Arrivato il decreto tanto atteso che è stato approvato lo scorso 17 gennaio e che contiene le novità più importanti e del 2019 sul fronte previdenziale, in primis Quota 100. Quali sono, dunque, le soluzioni di uscita dal mondo del lavoro per i lavoratori che danno o che hanno già maturato i requisiti per la pensione? Al momento le soluzioni sembrano essere 12, almeno per il 2019. Vediamo qui di seguito le principali, alla luce della recente manovra approvata.
1 Pensione di vecchiaia
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia sembra che siano cambiati i requisiti per poter accedervi. Non sono più richiesti 66 anni e 7 mesi, ma 67 anni di età e 20 anni di contributi. Questo aumento dell’età pensionabile è scattato lo scorso primo gennaio 2019 e sembra seguire criteri fino ad ora vigenti. L’inizio della pensione di vecchiaia è fissato al primo giorno del mese seguente a quello in cui il soggetto ha raggiunto i requisiti per il pensionamento.
2 Quota 100
Sicuramente è la misura più attesa del 2019 di cui si è tanto parlato negli scorsi mesi. Tante sono state le modifiche dall’impianto originario, ma ad oggi è una misura pensionistica che permette l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, una volta maturati i requisiti ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi, come requisito minimo. Si tratta di un regime sperimentale che durerà fino alla fine del 2021, quando poi sarà previsto quota 41 per tutti, come obiettivo finale. Sembrano esserci però delle differenze tra i lavoratori pubblici e privati, perché mentre i primi potranno sfruttare la prima finestra autunnale disponibili, i secondi hanno diritto a quattro finestre annuali ovvero una ogni trimestre, di cui la prima ad aprile.
3 Ape sociale e Opzione Donna
Nel decreto legge, che è stato approvato lo scorso 17 gennaio, ci sono anche le proroghe per un anno delle misure Opzione donna e Ape sociale. Quest’ultima è una misura pensionistica che si rivolge perlopiù alle categorie di lavoratori e permette di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, contando sull’aiuto dello Stato. Nello specifico l’Ape sociale è riservato a quei lavoratori ai quali mancano tre anni per poter raggiungere i requisiti pensionabile e i particolari ai disoccupati con 30 anni di contributi che abbiano cessato di percepire la naspi da almeno tre mesi, ma anche a coloro che assistono familiari disabili da almeno sei mesi e dispongono di almeno 30 anni di contributi. E’ rivolto inoltre anche ai lavoratori che abbiano un’ invalidità che sia pari o superiore al 74% e che abbiano sempre 30 anni di contributi ed infine ai lavoratori gravosi che possono così uscire dal mondo del lavoro con 63 anni di età e 36 anni di contributi. Per quanto riguarda Opzione donna invece, questa è quella misura che da la possibilità alle donne lavoratrici di poter andare in pensione con 59 anni di età e nel caso si tratti di lavoratrici autonome o 58 anni per le lavoratrici dipendenti ed un minimo di 35 anni di contributi.
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