Nonostante Quota 100 sia stato già approvato dal Consiglio dei Ministri e quindi ormai il gioco è concluso, si continua a dubitare di questa misura, cercando di capire se si tratta effettivamente di una misura conveniente o meno. Con tanto di dettagli alla mano, sembra che Quota 100 possa essere una misura conveniente nel caso in cui per ragioni di salute si vuole allungare la vita smettendo così di lavorare. Ma da un punto di vista economico, Quota 100 non risulta essere più conveniente visto che coloro che usciranno prima dal mondo del lavoro, usufruendo di questa misura, avranno sicuramente versato meno contributi e quindi riceveranno un importo più basso proprio perché meno sono gli anni di contributi versati.
Quindi si ipotizza che le perdite nel corso degli anni, soprattutto in base a quello che l’aspettativa di vita siano piuttosto ingenti e che possono anche arrivare addirittura a €200.000. Sembra che ad analizzare quanto effettivamente possa essere conveniente Quota 100, ci ha pensato il Corriere della Sera che ha collaborato con Progetica ed ha realizzato una sorta di schede di simulazione per dare ai diretti interessati uno scenario completo e consapevole di quello che potrebbe spettare loro. Va comunque sottolineato che si tratta di una misura sperimentale che durerà soltanto tre anni e ciò significa che fino al 2021 si potrà uscire per chi lo volesse una volta compiuti i 62 anni di età e maturati 38 anni di contributi.
Questa misura sarà poi sostituita molto probabilmente almeno secondo quelli che sono i piani del governo con Quota 41 che sarà valida per tutti e che consiste nel poter uscire dal mondo del lavoro anticipatamente una volta maturati 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. È evidente quindi la penalizzazione sull’assegno, perché come abbiamo visto sono proprio meno gli anni di contributi versati. Tuttavia nonostante si tratti di un dato certo ed evidente, il governo continua ad affermare che è sbagliato parlare di penalizzazione perché se si è versato meno, è giusto che si prenda meno.
Ad ogni modo quota 100 sarà quindi una misura conveniente soltanto per chi vorrà uscire prima, senza pensare però al lato economico visto che si perderà tra il 10 e il 30% in meno al mese, rispetto a coloro che andranno in pensione con la pensione di vecchiaia e quindi con i requisiti ordinari. Parlando di cifre, si parla quindi di una perdita potenziale fino a €185.000 per chi ad oggi percepisce uno stipendio di €2000 netti al mese.Volendo fare un esempio pratico, chi esce con quota 100 e percepisce €2000 netti al mese percepirà €1244 di pensione e stando all’ aspettativa di vita per circa 2 anni andrebbe a percepire nel totale 344.133 euro.
Pensioni novità: Quota 100 e il divieto di cumulo
Una novità molto importante su quota 100 e il divieto di cumulo insieme agli altri redditi. Da quanto emerge dalle ultime voci, l’attuale assegno quota 100 non potrà essere cumulabile con i redditi da lavoro. In parole semplici non sia l’opportunità di andare in pensione con quattrocento fare un altro lavoro. L’unica soluzione è quello di un lavoro autonomo, ma con una soglia fissata a € 5000 annui.
Questo divieto attualmente vale per due anni. A tutto questo va aggiunto anche la somma dell’assegno più basso perché ha deciso di uscire prima. Sembrerebbe che il governo voglia scoraggiare i lavoratori a uscire prima. Infatti, stando agli ultimi dati del governo le prime stime parlano di oltre 1 miliardo di euro di risparmio di milioni 50.000 uscite.
In pensione a 62 anni ma poi niente contratti e altre attività. Il governo ha pensato all’introduzione del divieto di cumulo tra redditi da pensione e dal lavoro, un espediente per provar a mantenere la spesa e nello stesso tempo determinare condizioni di ricambio generazionale con la creazione di più opportunità per i giovani. Dunque chi accedere al pensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi, la cosiddetta quota 100, dopo non potrà più lavorare.
Add comment