Gimmy era questo il nome del giovane Gianmarco Pozzi il giovane morto purtroppo in circostanze del tutto misteriose un pò di tempo fa. Il caso di Ponza risulta ad oggi uno dei Misteri della cronaca contemporanea italiani. La famiglia ancora Cerca giustizia e soprattutto vuole vederci chiaro su che cosa sia realmente accaduto alla giovane.
Giallo di Ponza, cosa è accaduto a Gianmarco Pozzi
Di lui sappiamo ancora che si chiamava Gimmy o meglio questo era il suo soprannome con il quale i suoi amici erano solo dito chiamarlo. Era un giovane combattente di kick boxing e muay thai trovato morto in circostanze del tutto misteriose il 9 agosto 2020. Quando è venuto a mancare Aveva soltanto 28 anni era già un campione nello sport. Aveva esordito nel 2014 come il campione mondiale dilettanti di kickboxing e l’anno successivo invece aveva conquistato la cintura della wfc. Nel 2015 aveva anche vinto il campionato europeo nella muay thai con la IAKSA. Amava tanto il divertimento ma anche lo sport e fare serata insieme agli amici ed anche alle ragazze. Nel 2020 aveva lasciato il Ring e aveva iniziato a lavorare come buttafuori nei locali di Ponza che come tutti sappiamo è un’isola piuttosto gettonata da gran parte della gioventù romana.
Chi era Gianmarco Pozzi
La mattina del l’8 agosto è stato ritrovato il suo corpo completamente senza vita, disteso a terra in una intercapedine vicino ad un’abitazione che il giovane Aveva preso in affitto. Era disteso per terra ed in costume da bagno e al suo fianco non c’era alcun tipo di effetto personale. Il suo corpo è stato ritrovato anche con delle profonde ferite alla testa. Immediatamente sono partite le indagini e i carabinieri hanno tentato di confermare le cause della sua morte. Si è ipotizzato che il giovane potesse essere stato vittima di un incidente e molto probabilmente una caduta da oltre 7 mesi da uno dei terrazzamenti che portano al mare. Molto probabilmente l’ex pugile stava percorrendo una strada tortuosa andando ad una velocità piuttosto alta Prima di arrivare al mare dopo una giornata di grande lavoro. Insomma, ancora oggi ci sono dei punti oscuri in questo caso di cronaca e la sua morte rimane ancora piuttosto misteriosa. La sua famiglia chiede ancora giustizia e vuole sapere effettivamente che cosa gli sia accaduto.
Le parole della sorella
“Mio fratello prima di morire era inseguito da qualcuno che voleva fargliela pagare. C’ è qualcosa che non torna. Le ferite trovate sul corpo di mio fratello non sono assolutamente compatibili con una caduta. Lo confermano anche le perizie dei nostri consulenti di parte, che hanno sconfessato quelle dei periti nominati dalla procura di Cassino”. QUestele parole della sorella.
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