Irma Testa critica la scelta di Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi 2024, sottolineando l’importanza di combattere con determinazione e rispetto per il proprio sport.
La frase pronunciata da Irma Testa, “Vergognosa lei e la situazione che s’è venuta a creare”, riassume il tumulto emotivo e sportivo che ha caratterizzato la vicenda di Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’incontro tra la pugile italiana e l’algerina Imane Khelif è diventato oggetto di dibattito non solo per le dinamiche sportive, ma anche per le polemiche legate all’identità sessuale della boxeur nordafricana.
Durante il match, durato appena 45 secondi, Carini si è ritirata tra le lacrime e in ginocchio, lasciando il ring visibilmente scossa. La decisione ha scatenato reazioni contrastanti, sia nel mondo dello sport sia nell’opinione pubblica. Alcuni hanno sostenuto che l’incontro fosse iniquo a causa dei dubbi sull’identità di genere di Khelif, mentre altri hanno ribadito che, essendo stata dichiarata idonea dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), la gara doveva proseguire senza esitazioni.
In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, Irma Testa, campionessa europea e mondiale, oltre che medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, ha espresso il suo punto di vista sull’accaduto. La pugile campana ha partecipato ai Giochi di Parigi, venendo eliminata dopo un verdetto controverso, ma ha voluto condividere il suo pensiero su ciò che è successo durante l’incontro di Carini.
Alla domanda su come avrebbe reagito al posto della collega, Testa ha risposto con fermezza: “Avrei combattuto fino alla fine. Non esistono vie di mezzo: o non accetti di farlo oppure, una volta salita sul ring, ti fai avanti, ti batti e basta. Anche se di fronte a te c’è Mike Tyson, devi farlo. Quando passi attraverso le sedici corde è questione di orgoglio, di rispetto verso se stessi e l’intero movimento”.
La vicenda di Imane Khelif ha sollevato numerose discussioni, sia in Italia che all’estero. Molti hanno messo in dubbio la sua idoneità a gareggiare nella categoria femminile a causa di presunti squilibri ormonali. Tuttavia, il CIO aveva confermato la regolarità della sua partecipazione. Su questo punto, Testa ha commentato: “Anzitutto, va detto che Khelif non era e non è imbattibile. E se vai lì sopra, allora la devi affrontare. Non c’è altro da dire”.
La campionessa italiana ha poi ricordato una situazione simile vissuta personalmente: “Anche a me è capitata una situazione del genere: ai Mondiali di due anni fa sono stata sconfitta in finale dalla rappresentante di Taipei, Lin Yu-ting. Anche su di lei si è discusso molto per una situazione simile a quella dell’algerina. Ma che vuol dire? Quando me lo sono trovata davanti io mi sono battuta. E hanno fatto lo stesso molte altre mie colleghe”.
Secondo Testa, la decisione di Carini non è stata un caso isolato e riflette un atteggiamento che si sarebbe manifestato anche in altre occasioni: “Angela non è nuova a queste cose”. Alla richiesta di spiegazioni su questa affermazione, la pugile campana ha aggiunto: “Voglio dire che per indole secondo me non ce la fa. Basta vedere cosa è successo ai Mondiali quando ha combattuto contro la pugile turca Busenaz Surmeneli, che pure è un’avversaria forte. Anche allora fece la stessa cosa… a un certo punto mollò perché disse che s’era fatta male e quel match finì allo stesso modo”.
Le parole di Testa sono arrivate dopo le dichiarazioni pubbliche di Carini, che aveva raccontato il suo stato d’animo durante l’incontro con Khelif. La pugile italiana aveva spiegato di essersi sentita sopraffatta dalla pressione e dalle polemiche che avevano preceduto il match, un contesto che l’aveva portata a prendere una decisione così drastica.
La questione ha inevitabilmente acceso un dibattito più ampio sul ruolo delle emozioni e della preparazione psicologica nello sport professionistico. Se da un lato c’è chi considera comprensibile il gesto di Carini, dall’altro c’è chi, come Testa, ritiene che sia fondamentale onorare ogni incontro, indipendentemente dalle difficoltà.
Il caso di Imane Khelif e i dubbi sulla sua idoneità hanno inoltre evidenziato la necessità di regole più chiare e condivise per evitare situazioni simili in futuro. Il CIO si è trovato al centro delle critiche per aver approvato la partecipazione della pugile algerina senza fornire spiegazioni dettagliate sui criteri adottati.
Add comment